Rogo sinistro per l'eretica Incoronata
L'Incoronata Boccia ha detto che l’aborto «è un delitto e non un diritto». Le hanno chiesto un’opinione in tv e lei ha dato la sua, sinceramente, con una certa dose di coraggio nel mondo del giornalismo in ciclostile. L’articolo 21 della Costituzione recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Tutti tranne Boccia, vista la sarabanda dei censori che hanno chiesto il suo licenziamento, bacchettate e note sul registro, l’accompagnamento dal preside con i genitori. Essendo lei cattolica, i laicisti le faranno anche fare penitenza, in fondo il loro desiderio occulto è quello di confessare e dire messa. I liberal non sono mai stati liberali, sono relativisti e assolutisti. Le sinistre in camicia rossa hanno un’idea della libertà singolare, vale solo per chi esprime pensieri politicamente corretti, ben allineati (e soprattutto ben pagati, come nel caso del partigiano Scurati).
L’Incoranata, spudorata, va punita, deve perdere il posto di vicedirettore del Tg1, essere lapidata all’ora dell’happy hour, per il piacere degli aperitivanti in progress, una pioggia di sassi, come si fa nelle civiltà che oggi piacciono alla gente che piace. Naturalmente, essendo di destra, su Boccia si possono fare insinuazioni sulla sua carriera in Rai, lasciare intendere che ha avuto aiuti immeritati e amicizie, titolare che ha fatto una “carriera lampo” (sul sito di Repubblica), un trattamento che il giornalismo progressista riserva alle donne dello schiera mento culturale “nemico”, una conferma della storica vocazione manganellatrice dei fratellini dei fascisti, gli antifascisti.
Lo Stato è laico, la maggioranza non vuole cambiare la legge 194, ma basta un fruscìo per aprire la caccia alla strega. Boccia è il bersaglio ideale, una donna di destra, colta, professionalmente solida, cattolica, senza alcun complesso di inferiorità nei confronti dei presunti intellettuali laicisti. Un pericolo, l’Incoranata, sia condotta al rogo! Dice Papa Francesco nella sua autobiografia: «Non mi stancherò mai di dire che l’aborto è un omicidio, un atto criminale, non ci sono altre parole: significa scartare, eliminare una vita umana che non ha colpe». Cortocircuito, ai censori deve essere sfuggito il pensiero del Pontefice in materia. Le legioni plaudenti del Maestro Scurati, il partigiano più gettonato della Rai, troveranno la soluzione al problema della loro falsa coscienza, in fondo è facile: diranno che Incoronata Boccia dovrà farsi suora di clausura per pensarla e dirla come il Papa.