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Quarta Repubblica, il generale Vannacci: "Perché non mi dichiaro antifascista"

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Al centro della puntata del 22 aprile di Quarta Repubblica, condotta da Nicola Porro su Rete 4 c'è la politica con i risultati delle elezioni regionali in Basilicata e le candidature per le elezioni europee. A seguire il dibattito si infiamma sulle accuse di fascismo al governo Meloni e le follie del politicamente corretto in Italia.

In collegamento c'è il generale Roberto Vannacci: "Io ho scritto un libro che pensavo di distribuire ai miei contatti, circa trecento persone, e poi quando qualcuno ha pensato di demonizzarlo, il libro è uno dei più venduti del panorama italiano". La "censura", prosegue l'autore de Il mondo al contrario, "ottiene l'effetto contrario. Il mio libro è stato definito impresentabile e irricevibile. Io sono stato demonizzato e Scaraffia che ha letto il libro è l'unica che ha scritto una recensione vera". 

 

 

"Ma perché lei Vannacci non si definisce antifascista?", lo incalza Porro. "Perché lei, quando glielo chiedono, non risponde?". E Vannacci risponde tranchant: "Non mi dichiaro antifascista per due motivi: non c'è nessuna legge che lo richieda e poi perché il fascismo è un movimento storico finito da 80 anni. Il fatto di continuare a rimuginare su fascismo e antifascismo serve solo per dividere la società in maniera pretestuosa. È ora di finirla, ci sono cose più importanti di cui parlare".

 

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