Battiato immortale si prende il Pantheon

di Giorgia Petanidomenica 18 maggio 2025
Battiato immortale si prende il Pantheon
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Un atto d’amore. È così che il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, nei giorni scorsi ha definito l’evento che questa sera, al Pantheon di Roma, intende onorare la profondità spirituale e intellettuale dell’opera di Franco Battiato. A quattro anni esatti dalla sua scomparsa, celebrarlo nel tempio per eccellenza della romanità «è un atto d’amore nei confronti di un artista che, nella sua ricerca, ha indagato in profondità il rapporto tra l’umano e il trascendente, facendo della sua musica un tramite capace di elevare lo spirito di chiunque la ascolti». Nel corso dell’evento Le Vie dello Sacro, organizzato dal ministero, in collaborazione con la Fondazione Battiato, presieduta dalla nipote Grazie Cristina Battiato, verranno eseguite la Messa Arcaica e le Canzoni Mistiche. Composta nel 1993 e presentata per la prima volta nella Basilica Superiore di Assisi, Messa Arcaica si articola nelle cinque sezioni della liturgia cristiana: Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei. Accanto a quest’opera, saranno proposte anche alcune delle cosiddette canzoni mistiche tra cui Lode all’Inviolato, Io chi sono?, Oceano di silenzio, E ti vengo a cercare, La cura, Torneremo ancora. Per Battiato, Messa Arcaica rappresentava una ricerca «costante della bellezza, dell’armonia, della fluidità delle soluzioni che si muovono all’interno di ogni linguaggio prescelto».

Del resto, il cantautore siciliano — che piaccia o meno — è stato molto più di un musicista: la sua arte ha attraversato i confini della canzone per esplorare le grandi domande dell’esistenza, il rapporto tra corpo e anima, l’evoluzione spirituale, il senso del sacro. «E mi piaceva tutto della mia vita mortale. Noi non siamo mai morti E non siamo mai nati», scrisse nel suo Testamento musicale del 2012. Nel brano L’Ombra della luce del 1991, ispirato al Libro tibetano dei morti, ritroviamo molti di questi concetti filosofici: «Riportami nelle zone più alte, in uno dei tuoi regni di quiete.È tempo di lasciare questo ciclo di vite». Addentrarsi negli anfratti del proprio io, indagare sé stessi, la precarietà della vita terrena, accogliere il dolore trasformandolo in cura per l’anima e la mente, la fede e la religione: in ogni testo dell’artista compaiono visioni, stimoli, immagini e inviti ad andare oltre le apparenze, oltre le prime impressioni. Battiato parla un linguaggio antico, alternando concetti altissimi a frasi apparentemente frivole e senza senso. Nello stesso brano, rivolgendosi all'idea di una forma di conoscenza superiore, chiede: «Come non sprecare il tempo che mi rimane?», lasciando intuire il profondo valore che attribuiva all’esistenza e a una forma di realtà trascendente ed eterna. Battiato, attraverso la sua musica, è stato capace di esplorare mondi e spazi della mente che a molti possono risultare inaccessibili, invisibili, persino incomprensibili. Sarebbe dunque riduttivo relegarlo a un unico genere musicale, così come sarebbe errato classificarlo politicamente a destra o a sinistra. Il vero miracolo di Battiato è stato, forse, quello di riuscire a far coesistere più mondi, più identità, più verità. Come un saggio alchimista, mischiava terreno e divino, sacro e profano impegnandosi a cercare «l’Uno al di sopra del bene e del male». Per il cantautore, l’evoluzione interiore non aveva colori e regole: «non ha partito».

E avvisava: «Chi mi vuole da una parte o dall’altra non apprezza la mia musica, e se crede di farlo è per equivoco». E tutti, almeno una volta, dovremmo chiedere venia per averlo frainteso, cucendoci ingenuamente addosso, una delle sue note o parole magiche. Come anche rimarcato dal ministro Giuli, la sua mancanza è ancora forte e presente, ma possiamo consolarci, certo, solo in parte, con l’immensa eredità che ci ha donato: «Lascio agli amici gli anni felici Delle più audaci riflessioni La libertà reciproca di non avere legami».

GLI AMICI A interpretare la Messa Arcaica saranno Giovanni Caccamo e il soprano Mara Gaudenzi, accompagnati dal Coro da Camera di Torino diretto da Dario Tabbia e dall’Orchestra da Camera Canova sotto la direzione di Jacopo Brusa. Alle tastiere e programmazione, Angelo Privitera; al pianoforte, Carlo Guaitoli. Le Canzoni Mistiche vedranno invece alcune delle voci più vicine a Battiato. Tra questi, Simone Cristicchi e Alice — pseudonimo di Carla Bissi — con cui ha condiviso lunghi annidi amicizia e collaborazione. E insieme a lei e a Giusto Pio, nel 1981 diede vita al brano Una notte speciale, proprio come quella che si terrà questa sera nel tempio romano alle 21 (ingresso ore 20).