Come nei recenti sceneggiati televisivi, prima di iniziare a raccontare, è il caso di fare il riassunto delle puntate precedenti. Anzi della puntata precedente. Che forse passerà alla storia come primo kolossal girato in piena pandemia (Cruise e tutta la troupe lavorarono senza mai togliere le mascherine). Comunque lo scorso capitolo presentava Ethan Hunt (Cruise) alla prese con un nemico più formidabile di ogni altro, l’Entity, nemmeno un uomo, in realtà un sistema d’intelligenza artificiale in grado di provocare enormi disastri internazionali, dall’azzeramento delle centrali elettriche ai conti in banca del pianeta. Come se non bastasse l’Entity, la squadra di Mission: Impossible è alle prese con un feroce concorrente, il diabolico Gabriel, figlio di Jim Phelps, ex capo di Impossible che aveva tradito a Praga ed era stato giustiziato da Hunt nel primissimo episodio. Anche Gabriel dà la caccia a Entity, ma solo per impadronirsi dei suoi poteri e fare del mondo il suo pupazzo.
Nel nuovo episodio, la Mission di Hunt sembra proprio impossible. Rintracciare il sottomarino sovietico affondato nel mare di Bering nella puntata numero sette. E sbloccare il sistema di Entity. Mentre lui rischia di schiattare cento volte nella bara ghiacciata, Entity intanto impazza in superficie. Ha assunto il controllo dei principali armamenti nucleari mondiali e minaccia catastrofi. L’unico armamento che ancora resiste è quello americano (la presidentessa Usa è lì per schiacciare il fatale bottone). Ma Ethan esce vittorioso dal sottomarino e la sua squadra ha trovato il modo di neutralizzare la malvagia entità. Rinchiuderla in un’ampolla di vetro come il genio della lampada di Aladino.
Nella presentazione del film fuori concorso a Cannes, Cruise ha annunciato modestamente che Final reckoning è il film definitivo. Per quanto riguarda la serie. E soprattutto in fatto di blockbuster spettacolari. Certo lui, e soprattutto Christopher Mc Quarrie (regista dei tre precedenti Impossible), hanno fatto di tutto (e hanno messo di tutto) per satollare ogni fan d’azione nel globo. La sequenza di Hunt all’interno dello scafo russo dura venti minuti, ma la tensione è indicibile (le storie di sommergibili sono sempre una fonte infallibile di suspense, ma questa batte quasi tutte le precedenti). E Cruise non era Cruise se nella resa dei conti finale con il malvagio Gabriel non si scatenava con la rituale serie di acrobazie. A 60 anni suonati, Tom sale su un biplano aggrappandosi ai tiranti, si issa a bordo, impegna due frenetici corpo a corpo a cinquemila metri di altezza, si lancia con due paracadute (tutto senza stunt? Mc Quarrie ha giurato più volte di sì).
MISSION: IMPOSSIBLE THE FINAL RECKONING Con Tom Cruise, Hayley Atwell e Angela Bassett. Regia di Christopher Mc Quarrie. Produzione Usa 2025. Durata: 2 ore e 40 minuti