Il cinema, spesso, è lo specchio della vita. Ma, ahimè, talvolta lo è anche negli episodi più sfortunati, se non tragici, che possono presentarsi sul più bello, durante la lavorazione di una pellicola destinata a diventare un blockbuster. È proprio quello che è accaduto durante le riprese del nuovo Spider-Man: Brand New Day, coprodotto da Columbia Pictures e Marvel Studios e distribuito da Sony Pictures, che dovrebbe uscire nel luglio del prossimo anno. Dovrebbe, appunto, il condizionale è d’obbligo. Stiamo parlando di una pellicola che nasconde già insidie per le scene pericolose ed estreme nelle quali gli attori sono costretti a recitare ma quello che è capitato a Tom Holland, ovvero il protagonista del film che veste i panni di Peter Parker, ha sfiorato la tragedia. Durante un ciak presso i Leavesden Studios di Watford, l’attore 29enne è scivolato, ha battuto violentemente la testa e riportato una commozione cerebrale. Trasportato in ospedale, ha ricevuto una prognosi di parecchi giorni di riposo per cui le riprese sono state interrotte sino a data da destinarsi. L’incidente è stato confermato dal padre di Holland, Dominic: durante una cena di beneficenza ha infatti dichiarato alla stampa che suo figlio sarebbe stato assente dalle riprese “a lungo”, sembra per diverse settimane da quanto è emerso nelle ultime ore.
Fra l’altro Holland era stato visto a una cena di beneficenza a Mayfair insieme alla Zendaya, co -protagonista ma avrebbe lasciato l’evento dopo pochi minuti affermando misteriosamente di essersi sentito poco bene. Ignoto se quest’episodio si fosse verificato dopo l’incidente. Sony e Marvel Studios hanno programmato una riunione peri prossimi giorni al fine di riorganizzare il piano di lavorazione e gestire al meglio lo stop forzato. La produzione di Spider-Man: Brand New Day era iniziata a Glasgow agli inizi di agosto e segna l’atteso ritorno di Holland nei panni di Peter Parker dopo Spider-Man: Homecoming del 2017, Spider-Man: Far From Home del 2019 e Spider-Man: No Way Home del 2021. Si è sfiorato il dramma quindi ma, per fortuna, non si è arrivati ai casi estremi e agli incidente mortali che hanno funestato la storia del grande cinema.
Ultimo in ordine di tempo quello che ha visto incauto protagonista Alec Baldwin durante la lavorazione di Rust: l’ex marito di Kim Basinger, maneggiando una pistola che credeva a salve, ha sparato uccidendo la direttrice della fotografia. Da quel momento la vita professionale di Baldwin ha subìto ovviamente un trauma. Un caso che ha fatto scalpore quasi come quello che uccise Brandon Lee nel 1993: il primogenito di Bruce Lee morì all’età di 28 anni sul set de Il Corvo, anch’esso colpito da un’arma da fuoco nella quale gli inservienti sul set aveva lasciato, per sbaglio, un proiettile vero. Nel 1985 si era girato un film destinato a diventare un cult nel suo genere: Top Gun, ovvero la pellicola che ah lanciato Tom Cruise.
Ebbene pochi ricordano che durante la spericolata lavorazione del film, con acrobazie fra jet supersonici, lo stunt-man e cineoperatore Art Scholl morì precipitando in volo nell’Oceano Pacifico mentre stava compiendo un’evoluzione. Il suo aereo cadde nell’Oceano e il corpo di Sholl mai più ritrovato. Pochi ricordano, infine, la tragica scomparsa per infarto di Tyrone Power, stella di Hollywood e papà di Romina, che il 15 novembre del 1958 sul set de Il re Salomone e la regina di Saba spirò dopo un duello, ben recitato ma decisamente troppo infuocato per le coronarie del povero Tyrone, con l’attore George Sanders. Power aveva soltanto 44 anni.