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DiMartedì, Sallusti e il retroscena su Rampelli: "A Meloni sono venuti i capelli dritti"

 Alessandro Sallusti

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Si parla delle multe per le parole straniere da Giovanni Floris a DiMartedì, sul La7, nella puntata del 4 aprile e Alessandro Sallusti spiega che questa è una "proposta di legge nel Parlamento, il governo non c'entra nulla. Io credo che a Meloni su quella legge sui termini stranieri", prosegue il direttore di Libero, "siano venuti i capelli dritti come a Diego Della Valle, a me no perché non ho i capelli". E ancora, aggiunge Sallusti: "In Parlamento vengono presentate da tutti i gruppi le proposte più bizzarre senza esclusioni di nessun gruppo politico. Ora parlare di questo è una perdita di tempo".

 

 

Qui l'intervento di Alessandro Sallusti a DiMartedì

"Diverso invece è ciò che riguarda il cibo", sottolinea il direttore di Libero. Perché "il cibo è una delle filiere più importanti del famoso made in Italy ed è sotto attacco. Vino, oli, formaggi, la stessa carne... Difendere il cibo nazionale è difendere milioni posti di lavoro, un pezzo di economia molto importante". E Alessandro Di Battista che è in studio è d'accordo e annuisce. 

 

 

Fabio Rampelli rispesto al divieto di utilizzare parole straniere, ha spegato che la proposta di legge "non interviene per limitare la libertà individuale di ogni persona nell’uso dei termini che desidera. Dunque anche le conseguenti critiche sull’uso del termine ’underdog’ da parte del presidente Meloni, a prescindere dall’unicità della parola scelta, sono infondate". "La pdl impone che la Pubblica amministrazione (e altri enti pubblici e privati che operano sul nostro territorio) usi termini italiani per farsi capire dai cittadini. Si tratta dell’elementare ’diritto di comprensione che va garantito a tutti i cittadini, compresi gli 'ultimi', i soggetti socialmente svantaggiati, gli anziani, i giovanissimi, coloro che per ragioni economiche hanno lasciato gli studi per andare a lavorare. E pagano le tasse".

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