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Dritto e Rovescio, "lo hai detto sottovoce!": sfregio agli italiani, esplode il caso

Claudio Brigliadori
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Alla fiera dei “maranza”, tra collanone d’oro, criminalità esibita come laurea ad honorem alla “università della strada" e anche qualche bel "vaffa” sparato a microfono aperto. Paolo Del Debbio ormai da diversi mesi sta conducendo a Dritto e rovescio una sua personale, meritoria missione: accendere i riflettori su quella fascia di giovani, spesso nordafricani immigrati di seconda generazione, a metà strada tra trap e delinquenza. «Trovatemi un’altra trasmissione che vi inviti e vi faccia parlare», contesta a un certo punto domenica sera nello studio di Rete 4.

È appena andato in onda un servizio in cui dei giovanissimi marocchini accusano la polizia italiana di essere «razzista». A ribattere ci sono Giuseppe Cruciani («Per me non sono musicisti, ma criminali») e Roberto Poretti. Che sbotta: «A me fanno schifo quelli che infangano le forze dell’ordine». Poi si rivolge a tre tra il pubblico: «Dico a quello con la maglietta bianca (il “sosia” del trapper Baby Gang, condannato per una sparatoria, ndr) che sputa sul mio paese dicendo che non si sente italiano...». «Io non ho detto questo», protesta quello. «Mentre parlavi tu prima ed eri in difficoltà il primo ragazzo lì con la canotta ti suggeriva di dire che siamo tutti razzisti. Io ti ho visto, la vostra tecnica è venire a piangere in televisione, gli italiani invece sono troppo buoni».

 

 

 

Cruciani rincara la dose: «Voi dovreste dire “grazie Italia, che ci permette di fare canzoni della minc***a e di farla franca anche se spariamo a qualcuno”, perché finirà così». Si prepara il gran finale. Spunta l’auto-proclamatosi “re dei maranza”, vestito di tutto punto, che provoca Poletti: «Lo vedo nervoso. Si inchini!». Risposta? «Ma va a quel paese!». Ovazione. 

 

 

 

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