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Dritto e Rovescio, Roberto Poletti distrugge il maranza: "Sputi sul mio paese"

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"I poliziotti italiani sono razzisti". Lo dicono i ragazzini di origine marocchina intervistati da un giornalista di Dritto e rovescio e lo ribadiscono i vari "maranza", gli esponenti di quel mondo giovanile a cavallo tra trap e criminalità impregnati di cultura "gangsta", in studio da Paolo Del Debbio, su Rete 4. 

A ribattere alle loro tesi, espressi con argomentazioni quasi sempre discutibili e ostentando le loro stesse "imprese criminali" come una medaglia al valore della vita di strada, ci sono Giuseppe Cruciani ("Per me questi non sono musicisti. Sono delinquenti") e Roberto Poletti

 

 

"A me fanno schifo quelli che parlano di razzismo e infangano le forze dell'ordine. Non c'entra la musica, i cantanti, gli stranieri: c'entrano i delinquenti. In questa trasmissione si fa vedere dove sta andando la società, è una trasmissione sui delinquenti". Poi si rivolge a tre ospiti tra il pubblico, esponenti di spicco dei "maranza" milanesi. "Dico a quello con la maglietta bianca (il "sosia" di Baby Gang, ndr) che sputa sul mio paese dicendo che non si sente italiano e parlavi del Marocco...". "Io non ho detto questo", protesta il giovane. "Non è che me la voglio prendere con un ragazzino, però mentre parlavi tu prima ed eri in difficoltà il primo ragazzo lì con la canotta verde ti suggeriva di dire che siamo tutti razzisti. Io ti ho visto, la vostra tecnica è venire a piangere in televisione, gli italiani invece sono troppo buoni. E dai!", allarga le braccia Poletti tra le urla e le proteste dei maranza. 

 

 

"La musica è un pretesto - gli dà manforte Cruciani -, dovreste dire 'grazie Italia, che ci permette di fare canzoni della minc***a e di farla franca anche se spariamo a qualcuno, perché finirà così". Ovazione in studio e gran finale. In prima fila c'è l'autoproclamato "re dei maranza", che provoca Poletti: "Lo vedo nervoso. Si inchini!". "Ma va a quel paese!". Sipario.

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