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Giuseppe Cruciani da Del Debbio, "come chiamo io i maranza"

Roberto Tortora
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A Dritto e Rovescio, talk di approfondimento politico e sociale di Rete4 condotto da Paolo Del Debbio, si discute delle pericolose faide tra trapper e delle recenti condanne per Mohamed Lamine Saida, detto Simba La Rue, e Zaccaria Mouhib, detto Baby Gang, rispettivamente a 6 anni e 4 mesi e 5 anni e 2 mesi per un’aggressione, in cui rimasero ferite due persone, avvenuta a Luglio del 2022 in via di Tocqueville, vicino a corso Como, zona della movida milanese.

Un parere decisamente stroncante su questo mondo così oscuro lo dà Giuseppe Cruciani, speaker e conduttore de La Zanzara su Radio 24: “A vedere la prima reazione di uno dei due, adesso non so quale perché per me pari sono, sembra che, credo che sia ai domiciliari, ha fatto il dito medio, ha detto che è stata commessa un'ingiustizia etc. e mi sembra che se ne fotta altamente della condanna al momento. La realtà – afferma Cruciani - è che io faccio fatica anche a definire questi signori dei rapper, dei trapper, di gente che si occupa di musica, perché si fa un grave errore a pensare di far rientrare nell'ambito della musica e dunque dell'arte, di un'espressione artistica signori che utilizzano la musica semplicemente per altri motivi, per altre questioni”. 

 

Qual è allora la definizione più giusta per questi ragazzi, coinvolti in faccende più grandi di loro? Cruciani non ha dubbi: “Sono semplicemente dei delinquenti, la questione musicale non c'entra assolutamente niente, zero, dunque bisognerebbe smettere di chiamarli rapper, trapper, che invece è un'espressione artistica importante nel mondo giovanile, anche se poi se ne potrebbe discutere a lungo su cosa è diventata negli anni questo tipo di musica, ma soprattutto coloro che la vorrebbero esprimere, coloro che dicono di volersi esprimere in questo modo".

 

 

"Trattasi di delinquenza allo stato puro, loro si difendono, ma – prosegue il conduttore di Radio 24 - queste sono tutte cose processuali che mi interessano poco, la cosa fondamentale è che con la musica, con l'arte questi signori qui non hanno nulla a che fare, si tratta di pura e semplice delinquenza. Per carità, noi siamo persone aperte alla redenzione, la nostra società come vedi non li manda subito in galera, ma siamo una società troppo permissiva da un certo punto di vista, se ne può discutere. Siamo inclini al perdonismo, siamo inclini a far recuperare tutti, magari ci sarà spazio per un pentimento – conclude Cruciani - ma non mi sembra”.

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