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Uomini e Donne, il sospetto: ha ragione il generale Vannacci?

Klaus Davi
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Vi proponiamo "Tele...raccomando", la rubrica di Klaus Davi dedicata al piccolo schermo

CHI SALE (Uomini e donne)
Sorge un dubbio: che abbia ragione il generale Roberto Vannacci? Può essere che i media creino un effetto imitativo e che ci sia una sovraesposizione dell’omosessualità, della cultura gender, dell’esaltazione della diversità? Dal day time di Canale 5 e in particolare da quell’incredibile saggio di costume che è Uomini e donne, in onda dal lontano 1996 ma dal 2000 nel formato attuale, qualche legittimo dubbio affiora. 

Lo show di Maria De Filippi intrattiene ogni giorno 3 milioni di persone giocando sulle dinamiche della coppia e della seduzione, inanellando record di ascolti con storie che appassionano, una su tutte quella tra la tronista Ida e il corteggiatore Mario, telenovela che tutti vorrebbero con un lieto fine. E che dire del nuovo cavaliere Claudio per Gemma, la regina del “trono over”? Come finirà? Facile sparare sulla Croce Rossa carichi di snobismo e bollarlo come fenomeno trash, ma l’Auditel è una bussola sociologica importante. 

 

Il vecchio sano corteggiamento fa il 30% di share e sbaglia chi parla di contenitore volgare, c’è spazio per l’autoironia ed è un antidoto al patriarcalismo, basti vedere alcuni “machi” come Alessandro o lo stesso Mario che ridono della loro gelosia. Il fenomeno Uomini e donne non eccita i (prevenuti) radical chic ma ci indica in che direzione va la società italiana.

 

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