Magliaro zittisce di nuovo la Piccolotti: "Antifascismo? Un comodo rito"

di Claudio Brigliadorigiovedì 25 aprile 2024
Magliaro zittisce di nuovo la Piccolotti: "Antifascismo? Un comodo rito"
2' di lettura

Altro che spettro o fantasma, il fascismo oggi è più vivo che mai. Nei talk, ovviamente, che in vista del 25 aprile scaldano un clima già rovente. A DiMartedì, su La7, per esempio, succede di tutto.

Il convitato di pietra è Antonio Scurati, il “censurato”. E in studio tutti gli ospiti procedono per provocazioni. «Allora lei è fascista...», sbotta a un certo punto l’attore Ascanio Celestini all'indirizzo di Massimo Magliaro: «Lo sono, chiama i carabinieri?». Il presidente della Fondazione Almirante è, “on fire” anche con Elisabetta Piccolotti, deputata di Sinistra Italiana. L’esponente di Alleanza Verdi e sinistra gli chiede se si possa definire antifascista.

Di Martedì, scontro Celestini-Magliaro: "Fascista", "Chiama i carabinieri"

Scontro acceso a Di Martedì tra Ascanio Celestini e Massimo Magliaro. Nella puntata andata in onda martedì...

«Ma perché devo rispondere a una domanda di questo genere? - tuona Magliaro- Io le chiedo se mangia a casa, se mangia fuori o quante volte mangia?». «Io le rispondo che mangio tre volte». Buono a sapersi. Sapere se Magliaro è o no antifascista, sottolinea ancora l’onorevole, «non è una sfera del privato. Dirige un giornale, avrà una cultura politica?». «Certo, è non è sicuramente l’antifascismo», «Allora è quella fascista?». «Sono affari miei – taglia corto Magliaro -. Io non partecipo al rito antifascista di comodo».

Di Martedì, botta e risposta tra Magliaro e Piccolotti: "Le chiedo quante volte mangia?"

Dichiararsi antifascista sembra essere diventata una tassa che gli ospiti dei talk show devono pagare per parlare in tv....

Riprende la parola Celestini: «La destra italiana è diversa dalle altre destre, in Italia nasce il fascismo e qui c’è ancora terreno fertile. In Italia non c’è stato un processo ai fascisti, non c’è stato un processo a quelli amnistiati, agli oltre mille criminali di guerra». «Sa perché non si è fatto? - risponde Italo Bocchino - Perché Mussolini è stato fucilato senza processo, appeso a testa in giù in Piazzale Loreto, sputandogli addosso, urinandogli addosso. È stata la furia dei partigiani che non ha permesso la conclusione civile della guerra». Che continua anche 80 anni dopo.

Guarda qui il video di DiMartedì

ti potrebbero interessare

altri articoli di Televisione