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Beautiful, effetto-G7 sulla soap? Il caso dell'affido e quei dati clamorosi

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Klaus Davi
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Vi proponiamo "Tele...raccomando", la rubrica di Klaus Davi dedicata al piccolo schermo

CHI SALE (Beautiful)
Fa impressione che la lezione di Silvio Berlusconi trovi una conferma a un anno dalla sua morte e a 30 anni dalla sua discesa in campo. Ma l’analisi dei palinsesti pare dargli ancora una volta ragione: «I destini politici si decidono nel day time», ripeteva ai suoi come un mantra. A pochi giorni dalla polemica imbastita da Macron contro Giorgia Meloni sull’aborto, del tutto casualmente la soap Beautiful da alcuni giorni vede al centro della trama il delicato tema dell’affido di un minore.

Un plot apparentemente impegnativo per un serial ignorato, se non disprezzato, dai radical chic. Lunedì la questione dell’affidamento del piccolo Douglas sembra aver trovato una soluzione in favore di sua zia Steffy, lasciando delusa Hope Logan, figlia di Brooke. Risultato: 2.536.000 spettatori e 21.6% di share nonché programma più visto di Canale 5 nelle 24h, con la scena in cui Steffy dice a Hope che il bambino avrebbe scelto lei che vola oltre il 25%. 

Effetto G7? Una semplice casualità che però sottolinea la potenza del day time di veicolare messaggi un tempo detti “subliminali”. Beautiful va in onda in Italia dal giugno 1990 e il passaggio da Rai a Mediaset invase le cronache politiche dei primi anni ’90. Ma l’insegnamento è sempre valido: la tv pop resta un formidabile volano di contenuti “alti”. Tanto le élite distratte non se ne accorgono. Meglio così.

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