No, non è andata bene a Schlein, Landini, Fratoianni, Bonelli, Conte, Magi e tutti coloro che a sinistra si illudevano di dare una spallata al governo con il referendum. Lo sospettavano in tanti, qualcuno li aveva pure avvertiti in tempi non sospetti. La campagna elettorale finita in sordina è stata un chiaro segnale del disastro imminente. Chi ora nel campo progressista alza il dito ha l’ingrato compito di interpretare il grillo parlante. E i vari Pinocchio dell’opposizione si indispettiscono. Scena perfetta, in questo senso, a L’aria che tira su La7. In studio da David Parenzo c’è Maurizio Molinari, ex direttore di Repubblica, che parla di «un campo largo molto indebolito, già al momento del voto arrivato in modo frastagliato».
Il risultato, annota, «è stato che l'hanno trasformato in un voto contro Meloni e hanno pure perso. C’è una lezione importante per il centrosinistra: se diventa populismo di sinistra, come abbiamo visto in politica estera dalla difesa europea a Gaza e poi sui referendum, perde. E fare l’appello al voto da un palco dal quale si lanciano accuse di genocidio e pulizia etnica è proprio l’anima del populismo di sinistra, minoritario». In collegamento sbuffa Igor Taruffi, membro della segreteria Pd e molto vicino alla Schlein: «Io sto ai numeri. Se guardiamo il risultato dal punto di vista politico ci accorgiamo che sono andati a votare 15 milioni di italiani e oltre 13 milioni hanno espresso un parere favorevole ai quesiti, in particolar sul lavoro. Tredici milioni di italiani non sono pochi, non sono sufficienti per raggiungere il quorum però viviamo purtroppo in un Paese in cui a qualunque tipo di elezioni non partecipa più del 50 o 60% di elettori, quindi quei 13 milioni rappresentano il 30% degli aventi diritto, un numero superiore a quelli che sono andati a votare alle Politiche per le forze di centrodestra».
«Questo vuol dire che siamo la maggioranza del Paese? No - riconosce il dem -, però vuol dire che c’è una base elettorale da cui ripartire e che ci chiede una piattaforma di temi chiara». A questo punto però Parenzo gli mostra un tweet di Pina Picierno, europarlamentare Pd: «Una sconfitta profonda, seria, evitabile». Infine l’invito: «Ora maturità, serietà e ascolto evitando le acrobazie assolutorie sui numeri».