Cerca
Logo
Cerca
+

Musica: Cristina D'Avena, chiedo a Jovanotti un disco insieme per i bambini (3)

default_image

  • a
  • a
  • a

(Adnkronos) - Del contributo dato all'innovazione musicale italiana, Cristina dice: "Ho creato un nuovo genere: la sigla dei cartoni animati. Prima dei miei successi non si parlava proprio di 'sigla'. Adesso ci fanno addirittura le trasmissioni televisive! Penso dunque di aver portato alla musica leggera italiana una ventata di freschezza e novita'. Prima nessuno considerava quello della sigla un genere musicale, ora le sigle dei cartoni vengono suonate in discoteca e ci sono tanti gruppi che le cantano". Per la D'Avena tra le piu' grandi soddisfazioni professionali c'e' "L'amore del pubblico che viene prima di tutto: mi da' forza, adrenalina. Mi ama, da sempre. Penso sia perche' sono una persona semplice ed umile. Sono me stessa, sempre e comunque. Far capire questo a coloro che mi amano e' importantissimo per me. Mi riempie di gioia il fatto che capiscano il mio vero spirito ed il mio vero carattere. Contraccambiano con amore, con un affetto infinito. Il mio pubblico e' composto di persone di tutte le eta', dai nonni ai nipoti. Molti dei miei fan quando m'incontrano mi saltano al collo e mi dicono 'Grazie!, perche' senza di te la mia infanzia non sarebbe stata cosi' come e' stata'. Questo per me e' fondamentale. Mi emoziona tanto. E' importante per un artista entrare nel cuore delle persone". Gran parte dei cartoni animati di cui Cristina ha cantato le sigle e' made in Japan: l'arte nipponica ha influenzato il modo di lavorare dell'artista bolognese? "In realta' no, anzi: certe volte le sigle che cantavo erano cosi' diverse dalle originali, o dai temi del cartone, che alcuni fan se ne lamentavano con me, pensando a torto che fossi stata io a cambiarne i contenuti o modificarne la sostanza, mentre, com'e' ovvio, era opera dei maestri e dei compositori". Dunque le sigle erano indipendenti dalla versione originale… "Si', ogni sigla aveva vita a se' e di frequente e' capitato che musica e testi fossero cambiati dalle case discografiche, le quali li adattavano al mercato italiano". (segue)

Dai blog