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Venezia: Ivano De Matteo, 'I nostri ragazzi' e la difficolta' di essere genitori (3)

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(Adnkronos/Cinematografo.it) - Dipinti in maniera negativa sin dall'inizio del film, i due adolescenti sembrano ostaggio delle derive tecnologiche dei nostri tempi: "Credo che la tecnologia di oggi, facendo un paragone molto forte, sia l'eroina degli anni '70. Con la differenza che i tossici di allora andavano in giro, davano fastidio. Mentre oggi chi abusa di questi mezzi viene quasi indotto a restare confinato dentro casa, isolato", dice ancora De Matteo, al quale si aggancia Giovanna Mezzogiorno: "La mia è una sensazione che nasce da un istinto, non da chissà quali riflessioni sociologiche, ma credo che dietro questi continui e brutali fatti di cronaca ci sia una solitudine irrisolvibile. E' un'epoca, la nostra, in cui tutti si fotografano la faccia perché milioni di persone la guardino: sintomo di un senso del terrore dell'isolamento. Ma la distanza tra l'essere umano e la società, o i propri affetti, è sempre più incolmabile". Adolescenti nel film, adolescenti nella vita, Rosabell Laurenti Sellers e Jacopo Olmi Antinori convergono nel riconoscere che la (de)formazione dei propri personaggi derivi dal modo in cui i rispettivi genitori li hanno viziati, ma sul discorso relativo alle derive del Web la pensano in modo diverso: "E' innegabile che Internet, il sovraccarico di alcune immagini, finisca per normalizzare un certo tipo di violenza, quindi non sorprende molto che possa accadere quello che accade ai due ragazzi nel film", dice l'attrice, che il prossimo anno vedremo nel cast della quinta stagione del serial di successo 'Game of Thrones': "Diciamo che questo film mi è stato molto utile per capire come si prendono i calci, visto che lì sarà una delle cose che mi accadranno...". "Io credo invece che il Web, come tante altre cose, sia semplicemente uno strumento. Il problema, semmai, è insito nella persona che finisce per commettere certe violenze", dice invece Jacopo Olmi Antinori.

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