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Catania-Juve, il buonismo di Abete: "E' solo sport, non arrabbiatevi"

Roberto Procaccini
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  Se ci si aspetta capacità di autocritica e magari, addirittura, di autoriforma dalle istituzioni del calcio italiano, siamo fregati. Una dimostrazione esemplare viene da Juventus-Catania. All'indomani della partita delle mille polemiche (nonchè di una giornata condita da errori arbitrali di piccole, medie e grandi dimensioni), Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio, si sente in dovere di intervenire in pubblico. Ci si aspetta che dopo un tale macello il numero uno della Figc ne abbia di cose da dire. Invece snocciola un discorsetto piatto e autoreferenziale. Sgombriamo il campo dagli equivoci - "C'è stata una pluralità di errori - riconosce Abete -, uno particolarmente grave, che ha avvantaggiato la Juventus ma - puntualizza - da qui a parlare di logiche legate a scenari di un certo tipo ce ne corre: evitiamo di criminalizzare giocatori e società". E fin qui  siamo al buon senso: quando si parla della Vecchia Signora, il gioco più facile dei bar italiani è fare dietrologia. Una botta di qualunquismo - Il problema è il prosieguo del discorso: "Ma dove siamo arrivati? - blandisce Abete, come un vecchio zio che rimprovera amorevolmente un nipote - Il calcio è sempre e solo uno sport. Ricordatevelo, non vale la pena arrivare a tanta animosità". Già, secondo il numero uno della Federcalcio gli sportivi italiani possono nutrire tutta la passione che vogliono quando si tratta di spendere per il tifo (biglietti dello stadio, abbonamenti alle tv, gadget), ma se si tratta di incazzarsi se qualcosa non funziona, no. In quel caso è bene ricordarsi che si tratta solo di uno sport. Nulla per cui valga la pena rovinarsi la domenica. E magari pretendere trasparenza ed efficienza. Un occhio al futuro - Il goal annullato al Catania (l'attaccante segna, festeggia, il guardalinee lo dà per buono, l'arbitro convalida, lo speaker dello stadio annuncia la marcatura, il pubblico esulta; poi passa meno di un minuto, tutto annullato) e il successivo parapiglia fanno tornare d'attualità il tema della teconlogia nel calcio. Ad esempio la moviola in campo: è in uso nel ruby, nel basket, nel tennis, e al Massimino avrebbe fatto comodo. Ma Abete, che nella sua veste istituzionale è un uomo proiettato nel futuro, ha una certezza granitica: "E' un'ipotesi non realistica". L'umiltà degli arbitri - A portare il buon esempio sarà la Associazione Italiana Arbitri, no? I giudici di gara protagonisti della figuraccia di Catania avranno avuto una punizione esemplare, giusto? Nient'affatto. Andrea Gervasoni, l'arbitro di campo, per il turno infrasettimanale è stato assegnato come giudice di linea in Cagliari-Siena. Nicola Rizzoli, il principale responsabile del patratac, è addirittura premiato: arbitrerà il Milan, impegnato nella trasferta di Palermo. L'unico a pagare è Luca Maggiani, il guardalinee che prima non si è saputo imporre su Rizzoli e poi non ha segnalato il fuorigioco che vizia il goal della Juve. Fermo un turno.  

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