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Scherma, Coppa del Mondo: fioretto d'Oro, Errigo e gli azzurri subito protagonisti

Giulio Bucchi
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Il cerchio si chiude o si apre, a seconda dei punti di vista. Gli avversari cambiano, i maestri lasciano, gli atleti rimangono. Prima prova di Coppa del Mondo di scherma della stagione e subito quattro podi, due ori, un argento e tre bronzi. Arianna Errigo vince, si conferma regina implacabile, sottolinea il suo essere numero uno in ogni stoccata e in ogni affondo. Il fioretto è l'arma della sicurezza, quello femminile è la garanzia. Il ct Cipressa sa che ha per le mani un gruppo formidabile, difficilmente avvicinabile da qualsiasi rivale di turno. A Cancun, in Messico, stavolta manca la doppietta dorata (nella gara a squadre il dream team Errigo-Vezzali-Erba-Batini cade in semifinale alla Francia, prima sconfitta dal maggio 2013, ma agguanta il terzo posto ai danni delle americane) o il monopolio del podio, ma l'inizio è chiaro, le basi solide, le previsioni sicuramente rosee. Gli uomini partivano per San Francisco con dei punti di domanda, reduci da una stagione altalenante e qualche delusione. La concorrenza è più agguerrita nel settore maschile e nuove realtà stanno via via consolidandosi. La risposta, però, dopo settimane di preparazione e attento lavoro non ha ammesso repliche: Baldini d'argento, Luperi e Nista di bronzo nell'assalto individuale vinto dal francese Cadot, oro per lo squadrone Baldini-Cassarà-Avola-Garozzo sulla Russia. Poche storie, dominio assoluto. L'eccellenza della scuola schermistica italiana ha portato ogni anno a fughe di tecnici o a richieste di partnership da parte di federazioni estere. Questa stessa eccellenza ha tuttavia pure permesso una tradizione e una trasmissione, un equilibrio perfetto sia tra gli atleti che tra chi li segue, per cui nell'individualità si convive e si condivide, perché così perdura il miglioramento. Nonostante la competizione interna forte e non nascosta, il confronto, l'esempio, lo scambio è continuo e sinonimo di qualità crescente. Succede così che gli anni passino ma il tricolore continui a sventolare in alto e che tre livornesi (Baldini, Luperi e Nista) di scuole diverse raggiungano stessi traguardi prestigiosi. Nei prossimi week end scenderanno in pedana gli alfieri della sciabola e della spada. Intanto, il dado è tratto, la strada segnata, le ambizioni, come sempre per chi bazzica le pedane italiane, non vedono limiti. di Giulia Volponi

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