Cerca
Cerca
+

Alex Schwazer, "manomesse le urine": la prova del complotto subito alle Olimpiadi di Rio

Marta Beretta
  • a
  • a
  • a

Hanno rubato un sogno e la carriera ad Alex Schwazer? Era il 21 giugno 2016 quando venne scoperta la positività al doping del marciatore. Positività da subito molto sospetta: da quel giorno il marciatore e il suo staff si sono battuti per portare a galla la verità. Secondo loro, infatti, le urine sarebbero state manomesse. Insomma, Schwazer sarebbe stato incastrato per un losco gioco di potere. E ora, al riguardo, spuntano delle prove pesantissime. Infatti, come riporta ilsussidiario.net, il Ris di Parma è riuscito a mettere le mani le famose provette e l'analisi è già iniziata. Il verdetto, però, arriverà solo a settembre. Aspettando l'ufficialità, secondo le indiscrezioni che sono filtrate, si riscontrerebbe una "concentrazione anomala di Dna dello stesso Schwazer. Le urine conservate a -20 gradi dopo una settimana riducono a 1/7 il valore quantitativo del Dna - si legge nell'articolo -. Dopo 26 mesi dovrebbero contenere ancora al massimo qualche nanogrammo. Il Dna di Schwazer presenta invece una concentrazione centinaia (campione A) o migliaia (campione B) di volte superiore alla norma". Questa quantità eccessiva di Dna sarebbe stata "generata" nei laboratori della Iaaf e del Laboratorio di Colonia, che avrebbero sottratto da altri campioni positivi le sostanze "incriminate" per metterle nelle urine di Schwazer. Leggi anche: Schwazer, quando Biasin disse: "Non c'è una prova, ma una provetta" Una ricostruzione clamorosa, che confermerebbe il terrificante sospetto: la squalifica alle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016 sarebbe stata frutto di un complotto. Se le indiscrezioni venissero confermate, lo stop di 8 anni imposto al marciatore potrebbe essere revocato. Ma è troppo tardi: Schwazer, infatti, ha chiuso con la disciplina che troppi dolori gli ha procurato. Eppure, c'è da scommetterci, attenderà con ansia il verdetto di settembre. Perché se il complotto verrà dimostrato, qualcuno dovrà pagare.

Dai blog