Serie A, il Milan ci crede ma crolla sotto i colpi della Juve: 2-1 con Dybala e Kean
Lo spumante è pronto a esser tirato fuori dal frigo. La Juve supera in rimonta anche il Milan ed è una vittoria aritmetica dallo scudetto. O anche meno, qualora il Napoli dovesse perdere domenica al San Paolo contro il Genoa. Piatek illude i rossoneri nel primo tempo, ma quando la Juve si sveglia sono dolori. Dybala pareggia i conti su rigore a metà ripresa, il solito Kean stende il Diavolo nel finale comfermandosi implacabile: per il millennial, tra nazionale e bianconero, sono cinque reti nelle ultime cinque. Questa – con tutto il rispetto per Cagliari ed Empoli – è di certo la più pesante. Perché permette ai padroni di casa di avvicinarsi all'ottavo titolo di fila ed arrivare con il vento in poppa alla sfida di Amsterdam, E perché complica la corsa Champions dei rossoneri, al terzo stop nelle ultime quattro gare. Allegri conferma il 3-5-2 di Cagliari cambiando però radicalmente volto a centrocampo e attacco. Matuidi e Pjanic vengono preservati in ottica Ajax e lasciano spazio a Emre Can, Bentancur e Bernardeschi. Davanti si rivedono Mandzukic e Dybala, con Kean che si accomoda in panchina e Ronaldo che punta alla trasferta olandese. Gattuso senza Paqueta ritorna alle origini: 4-3-3 senza trequartista e doppio centravanti. Ai lati dell'intoccabile Piatek agiscono Suso e Borini, rilanciato sulla corsia mancina con l'arretramento di Calhanoglu a centrocampo. Panchina per Cutrone così come per Biglia, a cui vengono preferiti i muscoli di Kessie e Bakayoko. Le tante assenze e l'imminente impegno di Champions condizionano l'atteggiamento e l'approccio al match dei padroni di casa, lenti e prevedibili in attacco e un po' troppo leziosi dietro. Solo che il Diavolo ci mette un po' ad accorgersi della vulnerabilità dei bianconeri, anche se in realtà un primo sentore si era già avvertito dopo neanche due minuti, sul colpo di testa di Piatek di poco a lato viziato da un erroraccio di Alex Sandro. Il secondo campanello d'allarme per Mandzukic e compagni arriva al 37' quando l'arbitro dopo un lungo consulto al Var grazia Alex Sandro e il suo braccio malandrino in area sul traversone di Calhanoglu. Il Milan non fa neanche in tempo a protestare che si ritrova avanti. Bonucci fa un regalo alla sua ex squadra sbagliando il disimpegno, Bakayoko non se lo fa ripetere due volte e tocca per Piatek, che solo davanti a Szczesny non si intimidisce e firma il vantaggio. Solo una volta sotto la Juve tira fuori l'orgoglio e si scuote dal torpore dei primi 40 minuti. E infatti già nel recupero del primo tempo Mandzukic si iscrive ufficialmente al match con una rovesciata che Reina smanaccia in corner. Nella ripresa il Milan ha ancora le forze per resistere al ritorno della squadra di Allegri, che rischia tantissimo prima su Piatek (Szczesny presente) e poi sul diagonale di Borini. La Juve è in difficoltà ma proprio nel momento più complicato ne esce aggrappandosi ai suoi campioni: lancio lungo di Bonucci per Dybala, che ruba il tempo a Musacchio che lo stende ingenuamente in area. Dal dischetto la Joya fa 1-1 e di fatto cambia l'inerzia del match. Gli ospiti sparano le ultime cartucce con i tentativi di Borini e Calhanoglu, ma Allegri sente l'odore della preda e butta nella mischia Kean proprio al posto dell'argentino. E' la mossa che risolve la partita e complica la corsa Champions del Milan. Perché il millennial bianconero prima spara alto da due passi sugli sviluppi di un corner ma poi, al 39', aggiusta la mira e con un diagonale chirurgico trafigge Reina su invito di Pjanic, legittimando il dominio della Juve nell'ultima mezzora. L'assedio finale rossonero non produce risultati. I bianconeri vedono lo scudetto e si presentano all'appuntamento con l'Ajax nel miglior modo possibile, il Milan chiude una settimana da incubo tra tra nuovi dubbi e incertezze e un quarto posto tutto da conquistare.