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Quando le carceri aprono le porte allo sport: a Palazzo Lombardia il convegno del progetto Ue

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Giulio Bucchi
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Solo il 28.1% dei detenuti italiani pratica sport all'interno delle diverse case circondariali del nostro Paese, nonostante il molto tempo libero a loro disposizione. Questo succede specialmente a causa del fatto che il 25% degli istituti di pena della penisola non ha campi sportivi al proprio interno, il 20% non ha palestre e il 33% non fornisce la possibilità di praticare alcun tipo di attività sportiva. Questi sono alcuni dei dati emersi durante il convegno del progetto dell'Unione Europea PAC – Prisoners' Active Citizenship tenutosi a Palazzo Lombardia nel fine settimana del 18 e 19 maggio, il quale ha visto rappresentanti di Belgio, Italia, Croazia, Olanda e Regno Unito confrontarsi sulle attività necessarie per garantire i giusti diritti alle persone private della libertà. A rappresentare l'Italia è la Uisp – Unione Italiana Sport Per tutti, la quale è la responsabile dell'area sportiva dell'intero progetto che gode del supporto dell'Erasmus+ KA2 dell'UE. “I numeri emersi durante il convegno ci dicono che in Italia ci sono 190 carceri con una capacità di 50.589 unità, i detenuti risultano essere però 58.163, con un eccesso di 7.574 pari al 15% di eccedenza, risultano essere quindi 157 gli istituti di pena sovraffollati – spiega Antonio Iannetta, dirigente Uisp – lo stato di tensione emotiva dei detenuti è un problema serio di cui occuparsi in modo strutturato. Lo sport è un ottimo strumento per impattare positivamente nel vissuto quotidiano e aiutare i detenuti nel loro percorso di recupero sociale e Uisp da quasi 30 anni lavora in tal senso sul territorio.” “Un progetto che sicuramente ha portato un valore aggiunto a tutto il sistema carcerario Lombardo - ha spiegato Martina Cambiaghi, Assessore di Regione Lombardia - Aver partecipato al bando europeo Erasmus+ è stato per la Uisp un'occasione d'oro che ha permesso un interscambio costruttivo di best practice tra enti continentali diversi. Questo progetto è un tassello che si aggiunge alla già rodata collaborazione con l'Assessorato allo Sport e Giovani di Regione Lombardia. I miei complimenti vanno alla Uisp per aver saputo cogliere una opportunità di valorizzare dello Sport per tutti”. Il lavoro di Uisp con il progetto “Porte Aperte” nelle carceri in Lombardia è stato avviato in 13 istituti di pena a Bergamo, Brescia, Cremona, Lariano, Lodi, Milano, Monza, Mantova, Pavia, e Varese. Le attività svolte vedono la presenza costante di istruttori, volontari, educatori sportivi, animatori, allenatori e tecnici sportivi; organizzazione di partite amichevoli (pallavolo, calcio, basket, touchball...) tra detenuti e squadre esterne; tornei e campionati interni al carcere; corsi di formazione per arbitri, giudici sportivi, tecnici e allenatori; corsi di ginnastica; lezioni di tennis; attività circensi; giochi da tavola. Inoltre è organizzata annualmente una manifestazione podistica a livello internazionale: Vivicittà, con la partecipazione di atleti provenienti anche dall'esterno. “Siamo lieti di poter rappresentare l'Italia in un progetto che vede unite, sotto il cappello dell'UE, nazioni come il Regno Unito, il Belgio, l'Olanda e la Croazia – spiega Stefano Pucci, presidente Uisp Lombardia – poterci prendere cura dell'area dedicata allo sport all'interno delle carceri è una conferma della qualità dell'expertise e del know how che siamo riusciti a creare con il nostro lavoro all'interno degli istituti penitenziari”.

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