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Juventus, la sfida di Maurizio Sarri con una squadra extralarge: essere un ottimo allenatore non basta

Davide Locano
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Venti mesi fa Maurizio Sarri aveva un problema: negli ultimi giorni del 2017 Simone Verdi aveva detto no al Napoli e il tecnico non sapeva che quel rifiuto gli sarebbe costato forse lo scudetto nella lunga rincorsa alla Juve. Oggi che si trova dall' altra parte, Sarri si trova alle prese con il problema opposto: l' abbondanza di stelle nella sua Signora. Di troppo sono Mario Mandzukic e Emre Can, i due esclusi di lusso dalla lista dei bianconeri per i gironi di Championse contro Atletico, Bayer e Lokomotiv Mosca. Leggi anche: Juventus, Moggi: quanto pesa l'infortunio di Chiellini Nell'elenco inviato all' Uefa sono rimasti vacanti tre dei quattro posti riservati ai giocatori di "formazione" (l' unico occupato è quello di Pinsoglio) e così Sarri ha dovuto escludere due stelle per arrivare a 22. La scelta è ricaduta su due dei fedelissimi del suo predecessore Allegri, protagonisti assoluti delle ultime uscite europee della squadra: Mario Mandzukic ed Emre Can. L'attaccante croato ha giocato praticamente ovunque per Max, oltre a realizzare uno splendido gol in rovesciata al Real nell' ultima finale europea: nonostante le tante richieste dalla Bundesliga, è rimasto a Torino e sembra destinato a lunghi mesi da spettatore anche in campionato. Il tedesco di origine turca era stato invece l' arma segreta del livornese per rimontare l' Atletico nel ritorno degli ottavi di finale nell' ultima edizione, meno di sei mesi fa, schierandolo a metà fra centrocampo e difesa: per lui non c' è più posto nell' affollato centrocampo della Signora che conta di recuperare presto Ramsey. Scontate le altre esclusioni, ma solo a causa dei problemi fisici: oltre a Pjaca, restano fuori Perin e capitan Chiellini che è stato operato ieri a Innsbruck per la lesione al crociato del ginocchio e sarà indisponibile almeno fino agli ottavi. BIG E PANCHINA Ne avrà per almeno un mese invece De Sciglio per la lesione al bicipite femorale: Sarri si trova così già con gli uomini contati nel reparto dei terzini, dove l' unica alternativa a Danilo e Alex Sandro è l' arretramento di Cuadrado. È il paradosso di una rosa corta sulle fasce - ha scambiato Cancelo con l' ex City, ma ha rinunciato a Spinazzola e pure al suo sostituito Luca Pellegrini - ma straripante di alternative nelle altre zone del campo. Rugani è tornato in gioco solo per il ko del capitano; i grandi acquisti a parametro zero Rabiot e Ramsey per ora fanno la panchina a Khedira e Matuidi (e Bentancur?); Dybala dopo un mese in vetrina è condannato a un ruolo di rincalzo insieme a Bernardeschi. Oltre che a pensare al gioco, quindi, Sarri dovrà anche gestire il malumore dei suoi tanti (troppi) campioni. La Signora che è stata brava a bruciare la concorrenza per il gioiello De Ligt (ancora da rodare), non è stata altrettanto brava a vendere. E nemmeno a piazzare i propri esuberi anche senza incassare nulla, come invece ha fatto l' ex Marotta all' Inter. I CONTI DEL "SOLE" In attesa di un piccolo aiuto dallo sconto sulle imposte legato al Decreto Crescita e magari di qualche uscita a gennaio, la Juve si ritrova con un monte ingaggi esploso. Ai 286 milioni lordi del 2018/19 (calcolo del Sole 24 ore), sono stati aggiunti gli stipendi pesantissimi dei nuovi acquisti e del rientrante Higuain per altri 50 milioni lordi. Considerando anche gli ammortamenti, il solo costo del lavoro dei bianconeri - senza calcolare i costi operativi - potrebbe sfiorare i 500 milioni nella prossima stagione. Praticamente, secondo le stime di Banca Imi, quanto l' intero fatturato del 2019/20. Plusvalenze escluse. di Francesco Perugini

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