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Il calcio spezzatino questa volta offre un menù prelibato

di Marco Rossi domenica 3 novembre 2019

2' di lettura

Sembra ieri che c'era il campionato (e infatti c'era) e già si torna a parlare di serie A. Effetto del calendario fitto, quello che fa arrabbiare tutti gli allenatori, soprattutto Antonio Conte. Ecco, gli allenatori. Dipendesse da loro si giocherebbe solo una volta alla settimana e il resto del tempo sarebbe una meraviglia di tattica, birilli, schemi, corsette all'aria aperta. E invece no, il Dio denaro impone di giocare e giocare e giocare e, infatti, si gioca. Domani, per dire, sono in programma tre partite che te le raccomando. Giocano le «italiane di Champions» (tre su quattro, l'Atalanta domenica) e incrociano le loro strade con squadre di gran livello. Prendiamo la partita delle 15: Roma-Napoli, un incrocio per nulla banale. Ci sono i giallorossi che più sono acciaccati e più fanno bene. Fonseca ha iniziato alla grande e più passa il tempo più fa impressione la sua capacità di coinvolgere questa e quella «seconda linea» (persino Pastore è rinato). Dall' altra parte i ragazzi di Ancelotti, che definire «incazzati» è poco. La faccenda è nota: contro l' Atalanta l' arbitro non fischia un rigore a Llorente, sul capovolgimento di fronte i bergamaschi segnano il 2-2 e tutti si arrabbiano tantissimo, in particolare patron De Laurentiis. Capite bene che all'Olimpico l'aria sarà frizzantina. Per approfondire leggi anche: Conte: "Col Bologna sarà una gara intensa" E la partita delle 18? Tocca a Bologna e Inter. Gli emiliani sono reduci dalla sconfitta di Cagliari, i nerazzurri dal successo «con borbottii» di Brescia. E i borbottii sono quelli di Antonio Conte, potete scommetterci. L'allenatore venuto da Lecce è assai preoccupato: la sua squadra è stanca, le partite sono troppe e «così non si può andare avanti». Diciamola tutta: Conte che brontola non è una novità, ma nel caso specifico ha anche qualche ragione. Trattasi di «consapevolezza», quella di chi sa che i suoi giocatori non potranno dare per 90 minuti quell'intensità che tanto ama. E non lo faranno per questioni di «scarsa volontà», semmai per problemi di «poca alternanza e relativa stanchezza» (giocano più o meno sempre gli stessi). All'Inter serve vincere per rimettere pressione alla Juve, ma certo l'ex Mihajlovic non sarà d' accordo, così come è altrettanto probabile che qualche sinapsi finisca al match di Champions con il Borussia di martedì, piuttosto decisivo per il passaggio alla fase ad eliminazione diretta. La sera, infine, sulla tavola sarà servito un sontuoso Torino-Juventus, che poi è un derby. Signori, qui siamo agli opposti: i bianconeri che faticano un po' con le provinciali ma alla fine vincono (quasi) sempre, i granata all'ultima spiaggia dopo le quattro sberle rimediate contro la Lazio. Patron Cairo ha rassicurato Mazzarri («il mister è confermatissimo»), ma è evidente che una nuova sconfitta contro i dirimpettai torinesi farebbe precipitare gli eventi (Gattuso scalpita). Totale: non sarà un sabato qualunque, proprio no. Che poi non è che gli altri giorni sia molto diverso, ormai si gioca sette su sette e, diciamolo, forse è pure troppo. di Fabrizio Biasin

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