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È morto Azeglio Vicini, è stato il ct della nazionale italiana ai Mondiali di Italia '90

di Giovanni Ruggiero mercoledì 31 gennaio 2018

2' di lettura

È morto a 84 anni l'ex commissario tecnico della Nazionale italiana Azeglio Vicini. Bresciano, l'ex allenatore azzurro dei Mondiali di Italia 90 era rimasto in carica fino al 1991 per poi lasciare il posto ad Arrigo Sacchi. Vero e proprio uomo-Figc, è stato commissario tecnico prima dell'Under 23 (dal 1975) poi dell'Under 21 che ha guidato per 10 anni, dal 1976 al 1986. Dopo i Mondiali messicani e l'addio di Enzo Bearzot, il salto nella selezione maggiore. Tanti complimenti e tanta sfortuna: semifinale agli Europei 1988 in Germania, con gli azzurri eliminati dalla solidissima Unione sovietica. Poi il grande, indimenticabile palcoscenico di Italia 90, i Mondiali in casa finiti con un terzo posto dolce-amaro. La porta di Zenga inviolata fino al minuto 68 della semifinale di Napoli contro l'Argentina di Maradona, l'uscita sbagliata del portierone e la spizzata di testa di Caniggia. Poi i rigori, maledetti. La finalina vinta contro l'Inghilterra a Bari ha regalato comunque un giusto riconoscimento a quella che per molti è stata la Nazionale più bella e talentuosa del Dopoguerra. Il ciclo di Vicini si sarebbe concluso pochi mesi dopo, nel 1991, quando il pareggio (ancora una volta, sfortunatissimo) in Russia lasciò l'Italia fuori dagli Europei 1992. Al suo posto la Federcalcio chiamò Arrigo Sacchi, il profeta del calcio nuovo. E il pallone italiano avrebbe cambiato faccia per sempre. Belli e sfortunati - Vicini era l'ultimo esponente del "calcio all'italiana", insieme a Bearzot e a Giovanni Trapattoni ha scritto pagine memorabili. Del primo ha condiviso la capacità di creare un gruppo solidissimo, di uomini prima e giocatori poi. Del secondo la pragmaticità nella gestione tattica delle formazioni, spesso imbottite di uomini dal talento purissimo, come accaduto poi al suo erede Cesare Maldini. Diversamente da Trapattoni e Bearzot, però, Vicini era uomo silenzioso, poco incline agli show e alle battute. Mite, ma deciso. Fermato dalla jella, sempre sul più bello. Con la sua Under 21, forse la più spettacolare di sempre, ha raggiunto un terzo (1984) e un secondo posto (1986) agli Europei, lanciando però gente come Paolo Maldini, Gianluca Vialli, Roberto Donadoni, Roberto Mancini, Giuseppe Giannini, Walter Zenga, Nando De Napoli. I suoi "soldati" passati armi e bagagli all'Italia dei grandi, che grandissima non lo è diventata solo per caso.  di Claudio Brigliadori @Piadinamilanese

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