Inter, Javier Zanetti commosso ufficializza l'addio: "Mi sento completo e realizzato, ma sarò utile fuori dal campo"

di simone cerronidomenica 11 maggio 2014
Inter, Javier Zanetti commosso ufficializza l'addio: "Mi sento completo e realizzato, ma sarò utile fuori dal campo"
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"La decisione è stata presa, Zanetti farà parte del management dell'Inter. Gli incontri stanno andando avanti già da un paio di mesi, per capire il suo punto di vista, ma la decisione è stata presa, ma dovrà studiare l'inglese e un po' di management, non basta essere preparati sul lato sportivo". Così, il primo maggio, il presidente neroazzuro Erik Thohir accoglieva a braccia aperte Javier Zanetti. Oggi, invece, il terzino ha ufficializzato il proprio ritiro dai campi di calcio rilasciando un'intervista a quotidiano argentino La Nacion.  L'intervista - Al quotidiano la bandiera nerazzurra ha confermato: "Mi sento completo e realizzato: ritirarsi a 41 anni è una sensazione che non ha eguali. Per me ha un valore immenso e sento che adesso è arrivato il momento giusto. Il calcio mi ha dato tantissimo e io mi sono goduto ogni attimo. Dopo l'infortunio al tendine d'Achille volevo dimostrare di poter tornare comunque ad essere competitivo e ci sono riuscito". Il nuovo corso e l'ultima partita - Dopo la sua ultima partita il prossimo 10 maggio, si chiuderanno le porte del calcio giocato per aprirsi quelle del calcio dirigenziale. A tal riguardo Zanetti ha affermato: "Sognavo di finire la carriera all'Inter, a casa mia e ce l'ho fatta. E' stata una scelta di vita quella di chiudere la carriera in Italia, e da adesso, nelle funzioni di manager sportivo, cercherò di essere utile alla squadra anche fuori dal campo. Si aprirà un nuovo mondo per me, e ciò mi entusiasma. Ci saranno mille cose da fare". Purtroppo il Giudice Sportivo ha deciso di assegnare due giornate di squalifica alla curva nerazzurra, quindi il ritiro di Zanetti sarà senza tifosi. Lui però è convinto che comunque ci sarà tanta gente e soprattutto sua moglie e i suoi tre figli, sua madre e suo pardre. Zanetti pensa già a quel giorno "sono sicuro che mi passerà tutta la carriera davanti". I ricordi - A chi gli chiede quale partita vorrebbe rigiocare, Zanetti risponde "due, una per gioire di nuovo, l'altra per cambiare il finale". La prima, con la maglia nerazzurra, "è la finale di Champions League nel 2010, per rivivere la notte magica del Bernabeu. Darei qualsiasi cosa per giocare e vincere la gara con la Svezia, che ci ha eliminato dai Mondiali del 2002 in Giappone". Infine conclude: "I tre migliori compagni con cui ho giocato? Ronaldo, Baggio e Messi", mentre i tre migliori avversari sono stati "Giggs, Kakà e Zidane". "Cosa mi ha sorpreso della mia carriera? I numeri, le statistiche. Quando penso che ho giocato 1.112 partite, che sono l'unico argentino ad aver superato quota 1.000, che sono lo straniero che ha giocato più partite e che solo Paolo Maldini mi supera nella storia del calcio italiano - ha ricordato - sono orgoglioso di questo".