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Gianmarco Sassari lascia Sassari, poi ci ripensa: "Ci siamo solo confrontati", parla il presidente Sardara

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Quindici mesi fa Gianmarco Pozzecco si definiva «un pensionato». Poi è arrivata Sassari con quell'idea un po' matta di affidargli la panchina e lui ha stupito tutti, facendo ciò che gli riesce meglio in assoluto: vivere di emozioni grazie alla pallacanestro. È bastata la scintilla del Poz per riaccende un'isola che trasuda passione per il basket: con lui in panchina la Dinamo ha vinto due trofei - una Fiba Europe Cup e una Supercoppa italiana - e disputato una finale scudetto, persa contro Venezia. Per un anno e mezzo Sassari ha potuto toccare con mano il fenomeno Pozzecco, un personaggio esuberante in campo come in panchina, al quale sono sempre bastati pochi secondi per conquistare le folle, pronte a tutto per lui. Non a caso i tifosi delle squadre in cui è passato lo ricordano e lo omaggiano ancora a distanza di anni. La sua popolarità non ha neanche subito il colpo di alcune esperienze deludenti da allenatore: dopo un paio di anni interessanti a Capo d'Orlando, poi con Varese e la Fortitudo è finita con le dimissioni. Curiosamente, prima della Dinamo il Poz aveva allenato esclusivamente squadre in cui era stato da giocatore: quella sull'isola è stata la prima volta da coach in un ambiente nuovo e dopo 15 mesi ne esce da eroe. Allo stesso tempo, però, Gianmarco si conferma un animo inquieto: tutto può spegnersi in un attimo e finire nel calderone dei ricordi con la stessa velocità con cui è iniziato. Il rapporto con il presidente Sardara si è incrinato all'inizio del 2020: deludenti per la dirigenza l'eliminazione al primo turno delle Final Eight e la gestione di McLean e Jerrells, i due ex di Milano che in teoria dovevano essere le stelle della squadra, ma che in pratica sono finiti per essere tagliati.

 

 

Il lungo lockdown non ha portato consiglio, anzi Pozzecco e Sardara (che parlerà oggi alle 11) sono arrivati a un punto di non ritorno per alcuni contrasti sulle scelte di mercato: hanno deciso di separarsi, nonostante un solido rapporto di amicizia. Sardara rimarrà comunque il visionario che ha offerto una panchina al Poz quando questo sembrava cestisticamente morto, ma l'idillio è durato troppo poco rispetto ad un contratto che era stato prolungato fino al 2022. La Dinamo ripartirà e lo stesso dovrà fare Pozzecco, che a 47 anni si conferma un personaggio amatissimo ma un po' incompiuto, inossidabilmente inquieto: anche se spesso, proprio come nel caso di Sassari, viene, vince e se ne va. Sempre e comunque a modo suo.  Come il colpo di scena finale che riporta tutto di nuovo alle origini: Gianmarco Pozzecco e la Dinamo Sassari restano insieme, la annunciata separazione non avverrà: a confermarlo in una conferenza a sorpresa sono stati i due stessi protagonisti, il Poz e il presidente della società sarda, Stefano Sardara.  "Ci siamo solo confrontati, come facciamo sempre. Ho letto cose vergognose, totalmente inventate", ha dichiarato infine il presidente del club.

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