Lo sfogo

Euro 2020, sfregio di Massimo Fini a Mancini e tricolore: "Pago 1.300 euro e mi hanno rubato le mutande sporche, perché non tifo Italia"

L'Italia è uscita a punteggio pieno dalla fase a gironi dell'Europeo. La difesa non ha subito goal contro Turchia, Svizzera e Galles. Ora incrocerà l'Austria, e, nel caso di vittoria, probabilmente il Belgio nei quarti di finale. "Io faccio il tifo contro l'Italia, benché Mancini abbia messo in piedi una bella squadra, che ha un gioco, va costantemente in avanti, abbandonando l'antica abitudine italica, sparagnina ma redditizia, di difesa e contropiede. Non posso tifare Italia. Non oso immaginare cosa succederebbe se vincesse gli Europei. Draghi si approprierebbe della vittoria come fecero nel 1982 il presidente Pertini e persino Giovanni Spadolini, premier, che non aveva mai visto un pallone in vita sua. Il generale Figliuolo, prendendo da Berlusconi ("il Milan vince perché adotta la filosofia della Fininvest") direbbe che l'Italia vince perché adotta la sua logistica", scrive così Massimo Fini in un impeto anti-Nazionale tipico del suo essere contro.

 

 

"Non posso tifare Italia perché è un Paese di corrotti, a tutti i livelli, anche i più infimi (alla Canottieri, prestigioso Circolo meneghino per la cui iscrizione si pagano circa 1.300 euro, dove vado a nuotare, mi hanno rubato anche le mutande sporche). Non posso tifare Italia perché non mi ha dato nulla tranne i natali", continua Fini elencando i motivi che lo inducono a non tifare Italia. "No, non posso proprio tifare Italia. Tifo Belgio, nonostante i nostri cugini d'Oltralpe chiamino i belgi, non senza qualche ragione, dei "francesi stupidi" (mi pare che questa icastica definizione sia del solito Baudelaire). Tifo Belgio perché vi gioca quello che, a parer mio e non solo mio, è oggi il miglior giocatore del mondo, Kevin De Bruyne", chiarisce Fini che elogia il giocatore che appartiene alCity di Guardiola.

 

 

 

Fini fa l'elogio del giocatore e della sua prestazione contro la Danimarca: "Con De Bruyne in campo è stata un'altra partita. Prima un assist meraviglioso, con una finta mette a sedere due avversari, potrebbe tirare lui ma passa a Thorgan Hazard completamente libero, poi si mette in proprio e segna il gol decisivo del 2-1. Raramente ho visto un giocatore, si chiami pure Cristiano Ronaldo, cambiare in questo modo il corso di una partita. Quindi forza Kevin e f******* Italia, con tante scuse a Mancini e ai suoi bravissimi ragazzi", conclude il giornalista nel suo pezzo sul Fatto quotidiano.

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Egregio direttore,
le scriviamo come membri del Consiglio Direttivo della Canottieri Milano ASD, storico circolo milanese che dal 1890 cresce giovani atleti nelle più disparate discipline sportive ed è uno dei punti di riferimento dello sport a Milano. Il circolo è frequentato da bambini, ragazzi e dalle loro famiglie che credono nei valori dello sport; come pure dai soci storici, ossatura della associazione; tra i soci si trovano atleti e frequentatori dai 10 agli 80 anni che rappresentano uno spaccato di Italia composto da persone diverse, dei più diversi ceti sociali, ma tutti accomunati dalla passione per lo sport e dai valori sottesi allo stesso: disciplina, sacrificio, lealtà, rispetto. Lo sport e i suoi valori sono condivisi pure dalle persone che conducono la Canottieri Milano: i dipendenti, gli allenatori, gli assistenti piscina e pure noi membri del Consiglio Direttivo. Persone che mettono a disposizione il proprio tempo perchè credono nello sport. Lo sport ed i suoi valori hanno permesso alla Canottieri Milano ASD di superare due guerre e pure il primo anno della pandemia.

E’ pertanto con estremo stupore che ieri 22 giugno 2021 abbiamo letto, insieme a qualche altro milione di italiani, l’articolo della Sua testata scritto da Massimo Fini a commento degli Europei di Calcio, nel quale scrive che: "Non posso tifare Italia perché è un Paese di corrotti, a tutti i livelli, anche i più infimi (alla Canottieri, prestigioso Circolo meneghino per la cui iscrizione si pagano circa 1.300 euro, dove vado a nuotare, mi hanno rubato anche le mutande sporche)”.

La frase è doppiamente offensiva: verso i frequentatori della nostra associazione, e verso l’associazione stessa. La gravità è enfatizzata dal fatto che l’affermazione contestata è inserita sia nel corpo dell’articolo che nel titolo.

La frase offende i frequentatori della Canottieri Milano, in quanto lascia intendere che la Canottieri Milano sia un circolo frequentato da persone corrotte. Tale esternazione sarebbe scaturita da un furto subito dal Sig. Fini presso la sede sociale della propria biancheria intima. Non è corretto generalizzare ed estendere a tutti tali soggetti le accezioni negative -essere corrotto- di una condotta (furto), peraltro non accertata. Esiste una denuncia? Quando sarebbe accaduto il furto? Ciò che probabilmente è accaduto - se è accaduto-, non è certo un furto, ma la violazione da parte del Sig. Fini del regolamento di contenimento della pandemia che impone di non lasciare i propri indumenti esposti fuori dagli armadietti; col che, probabilmente l’indumento del Sig. Fini è stato legittimamente rimosso dal personale.

Tra l’altro l’uso dell’avverbio “anche” nella frase “mi hanno rubato anche le mutande sporche” lascia intendere che il Sig. Fini abbia subito altri furti, oltre a quello della biancheria intima usata. Tali fatti non ci risultano denunciati e se anche accaduti, non determinano, per chissà quale proprietà transitiva, che i frequentatori sarebbero corrotti e la nostra associazione, un luogo “infimo”; quanto al massimo un luogo in cui si è introdotta una persona che ha consumato un fatto illecito a solo lei ascrivibile e che comunque nulla centra con la corruzione ma con la volontà di procurarsi un profitto con la sottrazione di beni altrui.

L’offesa al buon nome e marchio della Canottieri Milano ASD deriva invece dall’uso dell’aggettivo “infimo” associato al luogo in cui i corrotti si anniderebbero, e come esempio di tale luogo, l’autore espressamente indica la Canottieri Milano. Ricordiamo che infimo significa “che è all'ultimo posto in una scala di valori, in una gamma qualitativa, in una gerarchia” (diz. Italiano Sabatini-Coletti). Perchè mai la Canottieri Milano sarebbe un posto “infimo” quando cresce i futuri atleti medagliati in varie discipline?

Precisato quanto sopra, confidiamo, con tutto il personale, i soci e gli atleti della Canottieri Milano di leggere una rettifica sulle colonne del Suo stimato giornale, per rimediare ad una infelice uscita del vostro giornalista. Rettifica che potrà consistere pure nella pubblicazione di questa lettera o altra vostra comunicazione in cui si dia atto del ruolo svolto dalla Canottieri Milano in città per sostenere principi e valori di lealtà, correttezza, probità, sacrificio, assai lontani dalla “corruzione” che in modo infelice e non documentato il Sig. Fini associa alla nostra amata associazione sportiva.

Lo sport vince sempre.
Il Consiglio Direttivo della Canottieri Milano ASD1