Follia

Tokyo 2020, australiani impazziti per la mascotte rubata: letti distrutti e buco nel muro, choc al villaggio olimpico

Erano spariti dal villaggio olimpico, ma sono riapparsi un canguro e un emu a grandezza naturale. Sono le due mascotte del team olimpico dell'Australia a Tokyo. Ma gli aussie erano già andati su tutte le furie, per la loro perdita. Scomparse dal 28 luglio dalle strutture dove alloggia la squadra, sono state restituite "dopo un soggiorno inaspettato e non autorizzato nell’area tedesca, ma gli atleti australiani, molto probabilmente per una bravata, avevano già danneggiato le camere della propria struttura ospitante, sfondando i letti e facendo persino un buco nel muro", scrive il Corriere della Sera.

 

 

 

"Un’azione compiuta solo da alcuni indisciplinati. Sono giovani, hanno commesso solo un errore", ha raccontato ai giornalisti il capo spedizione australiano Ian Chesterman. "Non sarà presa alcuna azione disciplinare contro di loro, si sono scusati pubblicamente e hanno chiesto di essere perdonati dopo essersi pentiti. Hanno capito la gravità del loro comportamento. I danni comunque non sono significativi, è stata solo una ragazzata. Anche un vecchio adagio racconta come sia normale sbagliare in giovinezza: nel capitolo uno commetti un errore, nel secondo provi rimorso, nel terzo si impara dallo sbaglio e si diventa una persona migliore. Nel frattempo sono contento di poter annunciare che le mascotte siano tornate regolarmente al loro posto. Si sono presentate di nuovo la scorsa notte, quando le abbiamo ritrovate incolumi di fronte alla porta".

 

 

Chesterman ora spera che gli atleti aussie sappiano tornare a far parlare di sé più per i meriti sportivi che per le loro azioni al di fuori delle competizioni. L’Australia ha comunque fatto molto bene nei primi giorni di gare olimpiche, attestandosi fino a questo momento come quarta nel medagliere, con 14 medaglie d’oro sulle 33 totali (4 argenti e 15 bronzi), a solo quattro distanze dagli atleti di casa del Giappone, che ha 18 ori, e dagli Stati Uniti, attualmente secondi con 22. In testa, ovviamente, la Cina.

 

 

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