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Tokyo 2020, sfregio a Marcell Jacobs: "Volete la rissa da bar?". Fucilata del Ct, chi sono i veri dopati: americani muti

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Marcell Jacobs ha fatto la storia dell’atletica italiana, diventando il nuovo re dei 100 metri olimpici, corsi con il record europeo di 9’’80 a Tokyo 2020. L’italiano nato a El Paso, Texas, ha beffato tutti gli avversari con una finale maestosa e si è messo meritatamente al collo la medaglia d’oro. Non tutti hanno però preso bene la sconfitta: è il caso di Gran Bretagna e Stati Uniti, che hanno avanzato sospetti di doping su Jacobs, la cui unica “colpa” è quella di aver fatto qualcosa di straordinario senza essere prima conosciuto a livello internazionale.

 

 

“Lo voglio ribadire una volta per tutte - ha dichiarato Antonio La Torre, ct dell’atletica italiana - non sta scritto da nessuna parte che il vincitore dei 100 metri delle Olimpiadi debba essere per forza americano o inglese. Basta con certe storie. Vi ricordo che ai Mondiali di Parigi 2003 vinse Collins, uno che veniva da quattro sassi in mezzo all’oceano, St. Kitts and Nevis. Agli americani potrei citare Coleman (che è stato squalificato per doping, ndr), ma le risse da bar non mi piacciono”.

 

 

In precedenza anche Giovanni Malagò, numero uno del Coni, aveva rispedito al mittente tutte le insinuazioni su Jacobs: “Accusato di doping? Tali considerazioni sono veramente fonte di grande dispiacere e anche imbarazzo sotto tutti i punti di vista. Dispiace che qualcuno dimostri di non saper accettare la sconfitta. Parliamo di atleti che vengono sottoposti quotidianamente ai controlli antidoping e quando fanno un record tutto si raddoppia. Il numero dei test è impressionante. Per questo - ha chiosato Malagò - la mia è una difesa a spada tratta di Marcell”.

 

 

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