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Andrea Iannone-choc, "qualcosa dentro che mi uccide ogni giorno": il dramma dopo la squalifica per doping

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Andrea Iannone è lontano dalle piste del Motomondiale da due anni. Il pilota italiano, squalificato per quattro anni dalla sentenza del novembre 2020, ha raccontato il suo momento difficile dopo l'allontanamento forzato dalla MotoGp.  "È difficile spiegare come sto. È come se avessi qualcosa dentro di me che mi uccide ogni giorno, perché non mi lasciano fare quello che sapevo fare meglio, ovvero andare in moto. Mi manca ogni giorno. Prima di andare a letto ogni sera e quando mi alzo ogni mattina, mi sento un motociclista e mi alleno come un pilota. Vivo come se fossi un pilota", ha rivelato.

 

 

 

"Se sento che sia stata commessa un'ingiustizia? Sì. Quello che mi è successo deve essere un esempio per il nostro sport, va trovata una soluzione per il futuro. Bisogna fare qualcosa per impedire di trovarci in questa situazione ingiusta. Se qualcuno fa qualcosa che non va, ovviamente deve essere penalizzato, ma per ogni sport deve essere diverso. La mia innocenza è provata.La FIM mi ha considerato innocente. Si è trattato di contaminazione alimentare.Non sono io a dire di essere innocente.Lo dicono e anche la prova capelli che mi hanno fatto", ha aggiunto.

 

 

"Sapere di essere innocente mi aiuta a sua volta ad essere contento". Ma una delle regole per l’anno e mezzo è di non ossessionarsi con il desiderio di tornare: "Quello di salire di nuovo su una moto è un sogno permanente. Ma non è giusto, adesso, pensare se ce la farò a tornare oppure no", ha concluso.

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