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Fabrizio Biasin, Cottarelli lancia Interspac: "Così ci prendiamo l'Inter"

Fabrizio Biasin
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Son successe cose grosse ieri mattina alla Fondazione Catella, ovvero a due passi dal Bosco Verticale, zona per gente col grano, yuppies, ganassa vari e fondatori di Interspac. Che cos' è Interspac? Dai che lo sapete, l'iniziativa portata avanti da nientepopodimeno che sua Eminenza Carlo Cottarelli mirata a dare una mano alla claudicante Inter cinese. Trattasi in parole povere del primo tentativo nazionale di portare avanti il cosiddetto "azionariato popolare" che tanto bene sta facendo qua e là in giro per l'Europa (e subito salta alla mente il crucchissimo Bayern Monaco).In siffatta location illuminata, Cottarelli e "i fondatori" hanno spiegato quel che intendono fare per acchiappare l'Inter.

 

Sì, proprio così, perché se l'ambizione iniziale è quella di «dare una mano al club amato», quella finale è di prendersi il club stesso. «L'ambizione, se si raccolgono abbastanza risorse, è quella di andare al controllo della società», dice lo stesso Cottarelli. Ma andiamo per gradi, ché qui sarà già molto se la famiglia Zhang concederà udienza a lor signori. L'obiettivo, assai complicato, è mettere l'Inter nelle mani dei tifosi. Il titolo del seminario è chiarissimo: «Se non ora, quando?» e stuzzica assai le menti dei sostenitori nerazzurri. «Azionariato popolare significa mettere il club nelle mani dei sostenitori, saranno loro i proprietari e daranno maggiore stabilità», spiega Cottarelli. «Del resto - aggiunge - chi l'ha detto che decine di migliaia di sostenitori non siano in grado di fare quello che fa un proprietario straniero?». E allora tu pensi che tutto sia complicatissimo, ma tra un messaggio di sostegno di Malagò e uno di Gravina, cominciano ad arrivare "i fatti", sotto forma di iniziative. Ancora Cottarelli: «Siamo in procinto di scegliere un consulente finanziario per lavorare con noi sul business plan e su una proposta dettagliata di governance. Spero che nel giro di due mesi si possa presentare una proposta concreta agli attuali proprietari dell'Inter». E qui viene il difficile: gli Zhang saranno disposti ad ascoltare ose ne fregheranno altamente? Per intenderci: i fenomenali Marotta, Ausilio e Baccin, ovvero il management dell'area Sport nerazzurra, sono ancora in attesa che Nanchino batta un colpo quanto a "rinnovo dei contratti".

 

Ma, dicevamo, Interspac fa sul serio. Roberto Zaccaria, vicepresidente e moderatore dell'evento, ricorda che «l'azionariato popolare non riguarda solo l'Inter, è un modello esportabile», Cottarelli immagina tre livelli di soci. Una base di piccoli investitori (il sondaggio effettuato in estate ne ha portati 100mila «ma potrebbero essere anche il doppio») ai quali chiedere tra i 500 e i 1000 euro di quota. Poi gli investitori, per così dire "intermedi": un centinaio circa di «imprenditori, manager, professionisti» capaci di intervenire con molto più grano. Infine, gli investitori più importanti, quelli pronti a immettere grossi capitali, quelli che nel "solito" Bayern sono rappresentati da Audi, Allianz, Adidas (mica pizza e fichi). E la domanda è: Cottarelli sa già a chi rivolgersi? Forse. Prima però bisogna passare da «un consulente che ci permetterà di preparare il piano economico e di governance. Contiamo di presentare la proposta dettagliata entro fine novembre. Se a quel punto ci dovesse essere interesse da parte del club, allora passeremmo alla raccolta fondi da parte dei tifosi e di altre entità. Incontro già tifosi mi chiedono dove mettere i soldi... Ma non è questo il momento». E invece è il momento dei soci fondatori, ovvero della tavola rotonda che vede tanti grandi e entusiasti interisti: Marco Civoli, Gianfelice Facchetti, Peter Gomez, Gad Lerner, Enrico Mentana, Micaela Palmieri, il nostro Pietro Senaldi, Beppe Severgnini e Marco Tarquinio. Interspac ha le idee chiare, ora tocca capire cosa ne pensa Nanchino. 

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