Basterebbe lo sguardo di pietra di Ibra, indisponibile ma in panchina al fianco della squadra, per spiegare il momento del Milan. I rossoneri, dopo il passo falso di settimana scorsa in casa della Salernitana (2-2), inciampano anche a San Siro con l'Udinese venendo rimontati 1-1 e chiudendo con le polemiche nei confronti dell'arbitro Marchetti: «Siamo in testa e non possiamo avere sempre un arbitro esordiente a San Siro», tuona Maldini, che vede sfuggire altri punti contro una formazione che occupa la parte destra della classifica. Magra consolazione il pari dell'Inter, domani il Napoli potrebbe agganciare il Diavolo. La squadra di Pioli non riesce a chiudere la partita dopo il gol iniziale del solito Rafa Leao (resiste alla carica di Becao, stoppa a seguire e la piazza all'angolino) e subisce il ritorno dei friulani con la rete di Udogie. Solito Leao dicevamo, perché il portoghese trova il sesto gol nelle ultime otto partite diventando il terzo lusitano della storia del Milan a segnare 20 reti in Serie A oltre ad eguagliare Shevchenko in una particolare statistica: segnare in tutti i giorni della settimana. Il Milan si dimostra ancora una volta immaturo, tira i remi in barca troppo presto e l'Udinese, ben messa in campo da Cioffi, col passare dei minuti fiuta l'aria e, dopo aver fermato il Milan all'andata, replica anche a San Siro sfruttando la migliore arma, la fisicità. Rimessa laterale lunga in area di rigore, i rossoneri non allontanano e Udogie da due passi manda in porta. C'è un sospetto tocco di mano, il Var convalida e scatena i rossoneri. Pioli: «Fallo evidente». Maldini: «Chi decide deve capire di calcio». Ora il Milan è atteso da una settimana di fuoco: martedì c'è il derby di andata con l'Inter nelle semifinali di Coppa Italia, poi, in campionato, la trasferta al Maradona contro il Napoli domenica prossima.