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Vialli, Zazzaroni: "Mancini si dimette?", l'sms che "mi ha gelato il sangue"

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Un messaggio datato 26 marzo, spedito da Gianluca Vialli, fece gelare il sangue a Ivan Zazzaroni. A poche ore dalla morte, a 58 anni, del grande bomber di Samp, Juve e Nazionale stroncato da un tumore al pancreas, è il direttore del Corriere dello Sport a rivelare cosa era cambiato nell'animo del campione dopo 5 anni di lotta contro la malattia. "La Nazionale aveva appena buttato via i Mondiali ed ero convinto che, nonostante il titolo europeo, l’orgoglioso Mancini si sarebbe dimesso. Due giorni dopo il disastro, scrissi a Luca: 'Ieri ho sentito Roberto più sereno e oggi Gravina mi ha detto che vuole che lui resti. Non so davvero cosa augurargli'. Rispose 'Vedremo'. E io: 'Sei diventato democristiano'. Commentò con tre sorrisetti prima di concludere con una frase che mi gelò il sangue: 'È che adesso vivo alla giornata e penso poco a quello che potrebbe succedere o non succedere!'". 

 

 

 

Vialli, sottolinea Zazzaroni, "si è arreso soltanto poche settimane fa, esattamente cinque anni dopo l’intervento al pancreas del dicembre 2017. Un tormento infinito". Per i primi mesi dopo l'operazione e la chemio aveva cercato di nascondere la malattia, "in seguito ha accettato gli effetti visibili: il dolore è stato il compagno di viaggio più fedele e bastardo, a lungo soffocato dalla dignità". 

 

 

 

"Negli ultimi mesi, sfinito, si è chiuso al mondo come il leone che va a morire lontano dal branco - prosegue Zazzaroni -. Aveva capito che il momento era troppo vicino, e nei rari istanti in cui non gli veniva somministrata la morfina aveva voluto salutare le 'sue persone'. Aveva anche chiesto di interrompere le cure". In fondo, un altro gesto di coraggio. Estremo, l'ultimo.

 

 

 

 

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