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Walter Sabatini: "Iniezioni e morti sospette", bomba dopo la morte di Vialli

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La morte di Gianluca Vialli, avvenuta a causa di un tumore al pancreas, ha acceso la discussione sulle sostanze che venivamo somministrate ai calciatori tra gli anni ’70 e gli anni ’90. Walter Sabatini ha deciso di dire la sua in un’intervista a La Stampa, con una premessa fondamentale: lasciare fuori l’ex calciatore di Samp e Juve per rispetto della sua memoria. Dino Baggio e altri ex calciatori hanno deciso di esporsi su questo delicato argomento: non è un segreto che negli spogliatoi giravano farmaci e integratori a volontà. 

 

 

“Quando mi sentivo un po’ giù - ha dichiarato Sabatini - andavo dal massaggiatore e gli dicevo: ‘Dai, fammi un Neocromaton’ (un farmaco per l’anemia, ndr). Era una cosa normale. Non era doping, almeno non un doping prestazione. Non ho mai visto un calciatore assumere dei prodotti per aumentare il rendimento. Si cercava, quello sì, di migliorare la condizione, con prodotti che in quel momento erano legali, presi in grande quantità. Le dosi eccessive possono aver portato a qualche problematica importanti negli anni successivi. C’è stata una lunghissima moria di giocatori, per cui i sospetti sono consistenti e anche giustificabili”.

 

 

Sabatini ha anche descritto la pratica: “Passavano i medici, ti facevano punture e non sapevi quello che iniettavano, mi facevo due iniezioni prima della partita senza mai fare una domanda. Mi fidavo dei dottori. Oggi gli eccessi continuano? No. Gli integratori adesso sono più evoluti e controllati. Non credo che ci sia il doping nel calcio, anche se alcuni medici ricorrono a integratori. È sempre un problema di quantità, quella che viene forzata”.

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