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Leclerc e Verstappen, "scambio Ferrari-Red Bull": terremoto in F1

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Uno scambio: Max Verstappen alla Ferrari e Charles Leclerc in Red Bull. Solo così si può tornare a dare un senso al Mondiale di Formula 1 dominato in lungo e in largo dal campione in carica olandese. A lanciare la suggestiva proposta (una voce che circola nel paddock da un po' di tempo) dalle colonne del Giornale è Pierluigi Martini, storico ex pilota italiano del circus (nonché vincitore della prestigiosa 24 ore di Le Mans nel 1999 sulla Bmw), prima guida della Minardi negli anni Ottanta ("La salvai due volte, nel 1988 e nel 1989", ricorda). 

 

 

 

In carriera ha un solo rimpianto: "Aver firmato per la Ferrari e non averci mai corso. Firmai per il 1992 davanti a Piero Ferrari e all’avvocato Peter. Poi in Ferrari ci fu un ribaltone e la squadra corse fu affidata all’ingegner Lombardi che arrivava dai rally e conosceva poco i piloti". A fregarlo fu la Scuderia Italia: "Io avevo firmato per la Ferrari, Capelli per loro. Poi Lombardi telefonò in Scuderia e parlando con Remo Ramanzini gli chiese chi era meglio tra Martini e Capelli. Remo che mi voleva a tutti i costi gli disse Capelli... Qualche giorno dopo Lombardi richiamò dicendo vi diamo un motore più aggiornato rispetto a quello promesso, però voi ci date Capelli...". Ci fu anche un clamoroso "incrocio" con Ayrton Senna: "Avevo appena vinto l’Europeo di Formula 3 e Tanzi che con la Parmalat finanziava la Brabham mi propose a Ecclestone che però voleva Senna. Ci misero in macchina e io fui più veloce di Ayrton di 2 centesimi... ma Ecclestone pur di non darla vinta a Tanzi prese sì un italiano, ma Teo Fabi".

 

 

 

Oggi di italiani in Formula 1 non c'è traccia. E anche la Ferrari boccheggia. "Se non fosse per Verstappen mi divertirei molto di più perché dietro sono tutti racchiusi in meno di un secondo. Senza Max avremmo avuto un sacco di vincitori diversi". Vale i grandi di sempre: "Fa la differenza. Guardatelo nei confronti di Perez. Verstappen è come il miglior Senna tutte le gare. Per me Ayrton era il più grande di tutti. E Verstappen oggi è un martello sempre". La mancanza di spettacolo è data da dettagli tecnici ("Le macchine sono troppo grandi, sono delle corriere. E i contatti su certe piste sono inevitabili") e da un problema oggettivo di piloti: "Portiamo Verstappen alla Ferrari che magari si trascina dietro anche qualche tecnico. Oppure mettiamo Hamilton, Norris o Leclerc con Max in Red Bull. Ai miei tempi Senna e Prost correvano nella stessa squadra. Mettiamone due bravi sull’auto migliore e vedrete come ci si diverte".

 

 

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