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Rubiales, se anche la Fifa si inchina al tribunale mediatico

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Daniele Dell'Orco
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La decisione della Fifa, che a oltre tre mesi dalla finale dei Mondiali di calcio femminile ha deciso di squalificare l’ex presidente della Federazione spagnola Luis Rubiales a tre anni per il bacio alla calciatrice Jenny Hermoso, è allo stesso tempo danno e beffa. Danno perché i contorni del “fattaccio” in questione sono tutt’altro che chiari, specie considerando il materiale video diffuso in seguito alla deflagrazione di una polemica etica a dir poco ideologizzata (le stesse calciatrici della Spagna compresa Hermoso erano assolutamente tranquille dopo l’accaduto tanto da riderci su).

Beffa perché nel comunicato diffuso dalla Fifa si legge che la Commissione disciplinare ha bandito per 36 mesi Rubiales «in violazione dell’articolo 13 della Disciplina Fifa». L’iberico avrebbe dunque «violato le basilari regole di buona condotta»; «insultato una persona fisica o giuridica, soprattutto utilizzando gesti, segni o linguaggio offensivi»; «recato discredito nei confronti della Fifa». Ma alla luce di ciò l’istituzione stessa è finita sotto attacco perché i tre anni sembrerebbero una soluzione “soft”. In effetti la Fifa, che aveva da subito sospeso Rubiales per 90 giorni, aveva abbaiato così tanto ai tempi contro Rubiales da far circolare persino l’ipotesi di una squalifica a 15 anni. Ora invece, considerando che l’ex numero uno del calcio spagnolo avrà a disposizione 10 giorni di tempo per decidere, insieme ai suoi legali, se intraprendere la strada del ricorso, cosa che probabilmente farà, esiste persino la possibilità che l’entità della sanzione venga ridotta.

 


La sensazione è che la Commissione disciplinare stessa si sia genuflessa di fronte al tribunale mediatico-politico-social che mise alla gogna Rubiales equiparando il suo gesto a una violenza sessuale esplicita. Allo stesso tempo però, dal momento che la faccenda non ha analogo peso specifico nella realtà dei fatti, la sentenza non può corrispondere per nulla all’immagine del “mostro” dipinta addosso a Rubiales dai politici progressisti spagnoli (al governo), dalle realtà femministe di mezzo mondo, da sportivi e personaggi noti vari. Per tutti loro, anche 15 anni di squalifica sarebbero stati pochi. Ma, considerando che la polemica non è che il frutto di un barbaro fango social, anche 36 mesi sono un insulto al diritto.

 

 

 

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