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Jannik Sinner, ultimo atto contro Novak Djokovic: tutto quello che c'è da sapere sulla finale

Paolo Macarti
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Quando Samuel Beckett scrisse “Finale di partita”, certo non pensava all’atto conclusivo di un torneo di tennis, tantomeno al Masters Atp che si chiuderà oggi a Torino e che sta esaltando il talento e la personalità di Jannik Sinner, il nuovo fidanzato d’Italia. Scrivendo quel capolavoro, il grande drammaturgo irlandese non si era ispirato ai gesti bianchi con racchetta e palline, così ci ha pensato il nostro amatissimo rosso di San Candido a meritarsi, nel sabato pomeriggio emotivamente più complicato della sua giovane carriera, un atto conclusivo esaltante come sarà quella odierno contro Djokovic che, nella seconda semifinale, ha umiliato Alcaraz per 6-3, 6-2 in una recita a senso unico.

Contro il russo Jannik ha scritto a suo modo un altro capolavoro mostrando al mondo come funziona quella gioiosa macchina da tennis che possiede nelle manie nella testa. Lo ha fatto piegando per la terza volta in un mese la resistenza di quel robot moscovita che risponde al nome (impronunciabile) di Daniil Medvedev.

Stavolta Sinner ha sbrigato quella che pareva una passeggiata, ma che è diventata via via una non semplice equazione algebrica, in tre set (6-3, 6-7, 6-1) e in due ore e 29 minuti di gioco, trovando la soluzione giusta per guadagnarsi l’appuntamento odierno che eleggerà il maestro dei maestri 2023. Tutta l’Italia seguirà Jannik oggi dalle 18 (diretta su Sky, Rai e streaming su Now) in una finale che il nostro ragazzo ha costruito con pazienza e talento, immerso nella settimana più emozionante e intrigante della sua meravigliosa storia di formazione tennistica. La potenza nei colpi di rimbalzo, la furbizia di giocare drop-shot quando servivano e la sicurezza nei (pochi) momenti difficili sono stati i segreti anche ieri contro il russo, un tipo vincitore in carriera di Slam, Finals Atp e svariati tornei 1000. Non un fringuello. È stata una battaglia anche di nervi durante la quale Sinner ha fatto vedere come ci si può sentire campioni anche mentalmente e non solo sparando colpi impensabili da tutti i lati del campo.

Nel primo set Jannik, in vantaggio per 2-1, è riuscito a inserirsi nel rigido sistema informatico di Medvedev seminando bug e togliendogli sicurezza: ha rimontato da 0-40 e ha addirittura strappato il servizio al moscovita, mettendo la freccia per filare via, sicuro al servizio e tonante da fondo campo. Risultato? Un bel 6-3 che ha scatenato il pubblico e immalinconito il russo, troppo falloso e quasi in soggezione di fronte ai missili terra-aria che arrivavano dall’altra parte della rete. Medvedev ha rialzato la testa nella seconda frazione, una partita a scacchi che ha visto mosse vincenti da ambo le parti e che è stata vinta dal russo, che ha servito con l'80% di prime palle, al tie-break per 7-4. Dolorante al fianco, il moscovita è filato negli spogliatoi, fischiato dal pubblico che temeva una recita attoriale per riposarsi in vista del terzo set. 

Sinner, però, è tornato subito a essere il fuciliere che abbiamo ammirato per tutta la settimana: ha subito brekkato il rivale, è fuggito via sul 3-0 e ha chiuso il lungo pomeriggio con un eccitante 6-1. Gioco, partita e incontro per il ragazzo di San Candido che sta vivendo giornate meravigliose. E tutta Italia con lui. Felpa vintage, jeans e ricci bagnati dalla doccia post-impresa, Sinner si è poi presentato ai giornalisti come se avesse appena fatto una corsetta nel parco: «Non mi sto meravigliando troppo di quello che sto ottenendo in questi ultimi mesi e, soprattutto, di come si sta chiudendo la stagione. Le vittorie a Pechino e a Vienna e queste Finals che hanno stupito un po’ tutti sono il risultato del lavoro che sto facendo per migliorarmi sempre di più. Se non partecipo al girone eliminatorio di Coppa Davis oppure mi ritiro da Parigi Bercy è perché sono consapevole che per me sia la cosa giusta ammazzarmi di allenamenti». Oggi la prova del nove contro il numero 1 del mondo: Djokovic, che Sinner ha battuto cinque giorni fa. Ma sarà tutta un’altra storia.

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