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Novak Djokovic? Jannik Sinner confessa: il trucco delle palline, come lo ha fregato

Roberto Tortora
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Dicembre, mese di bilanci e di premiazioni in molte discipline sportive e, tra queste, anche il tennis. Si è tenuta, infatti, la serata di gala di SuperTennisTV, l’emittente dedicata al mondo della racchetta e, ovviamente, non poteva che essere una serata di celebrazione di Jannik Sinner.

Reduce, a 22 anni, del miglior anno della sua carriera e con la prospettiva di un futuro ancor più luminoso. Il tennista altoatesino, dopo qualche giorno di vacanza in Val Pusteria e in attesa di trasferirsi in Spagna, ad Alicante, per preparare il primo impegno del 2024, cioè gli Australian Open, è andato a ritirare il premio di “Miglior tennista del 2023”.

 

 

 

Intervistato da chi ha fatto gli onori di casa, cioè Max Giusti, Sinner ha parlato molto di questi ultimi mesi, così emozionanti: “Quando fai tanti risultati di fila vuol dire che il lavoro comincia a dare risultati. Ed è un percorso che non si fa in uno o due mesi, ma in un anno intero. La voglia di imparare e di migliorare e l’affiatamento con il mio team mi hanno permesso di trovare la combinazione giusta”. Ancor più che a Malaga per la Davis, è stata la Torino delle Finals a regalare a Sinner un’ondata d’affetto incredibile: “Tutto quel tifo è stato incredibile. Addirittura i cori da stadio… un’emozione unica. Ho sentito una grande connessione con il pubblico e davvero mi è sembrato di essere a casa”.

 

 

 

La Coppa Davis, però, è stata indubbiamente la ciliegina sulla torta e un pensiero va anche a Matteo Berrettini: “È davvero particolare, perché ti fa vivere il clima di uno spogliatoio, il senso di unione di una squadra. È bello poter confrontarsi con i tuoi colleghi dopo un punto, e capire la loro opinione. Penso a Berrettini, il cui nome non è nell’albo d’oro della coppa che abbiamo vinto, ma che se ci fosse un modo per poterlo aggiungere ognuno di noi vorrebbe che ciò accadesse. Vederlo lì, seppur infortunato, rende l’idea di quanto fosse unito il nostro gruppo. E speriamo che sia solo l’inizio di una lunga scia di successi”.

 

 

 

Tante altre, però, le tappe cruciali di questo 2023 di successo per Sinner, anche le sconfitte. Come quella contro Alcaraz a Miami: “Del match con Alcaraz ricordo di aver perso, ma ricordo anche che dopo la partita tutti parlavano di quel punto che avevo realizzato, segno che devo aver fatto qualcosa di veramente eccezionale… vincere a Toronto invece è stata una piccola liberazione: venivo da due Master 1000 persi in finale, ma è soltanto dopo aver vinto un torneo così importante che capisci la differenza che c’è tra vincere e arrivare secondo”.

 

 

 

Impossibile non chiudere con le imprese contro Novak Djokovic, il numero uno al mondo battuto prima a Torino e poi a Malaga, annullando tre match-point: “La prima è stata speciale, anche perché giocare e vincere davanti al pubblico italiano è stato incredibile. In Davis sapevamo di avere una grande chance, con la Spagna out e la Russia esclusa. Aver potuto annullare tre match point con le palle nuove è stato fondamentale, e sapevo di avere questa carta da giocare. La nostra Davis è stata complessa, sempre a rincorrere sin dalla tappa di Bologna. Ma alla fine abbiamo scoperto, strada facendo, che sta venendo fuori qualcosa di unico, ed è stato bello chiudere in gloria contro l’Australia”.

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