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Ibrahimovic torna al Milan? Quello che la società non dice: ombre sul club

Federico Strumolo
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Ibra è tornato, ancora una volta. Sembra un déjà-vu eppure non lo è, perché quando il Milan è in difficoltà, la prima idea è richiamare alla base il gigante svedese. Era già successo nel dicembre del 2019, ironia della sorte anche in quell’occasione dopo una sconfitta a Bergamo: quella volta 5-0, a questo giro 3-2. All’epoca Ibrahimovic fu chiamato per dare una direzione a una squadra smarrita, reduce dall’esonero di Marco Giampaolo, a ottobre, e l’insediamento, non privo di difficoltà, di Stefano Pioli. Insomma, i punti di contatto tra passato e presente sono evidenti, anche se quella era una squadra giovane e dal grande potenziale inespresso, mentre questo è un gruppo affermato, che ha già vinto, ma al centro di una crisi d’identità.

«RedBird Capital Partners ha annunciato la nomina di Zlatan Ibrahimovic come Partner Operativo per il suo portafoglio di investimenti nei settori Sport, Media e Intrattenimento. In questa veste, ricoprirà anche il ruolo di Senior Advisor della Proprietà e del Senior Management di Ac Milan», si legge nella nota pubblicata nella tarda mattinata di ieri sul sito ufficiale del club. Un comunicato che, in realtà, non chiarisce la posizione del 42enne di Rosengard, che potrebbe essere sintetizzata come un super consulente per il Milan e per Gerry Cardinale. Il numero uno di RedBird ggiunge: «Ciò che rende Zlatan un vincente non è solo il talento, ma anche l’intelligenza e lo spirito imprenditoriale». Zlatan, insomma, lavorerà con l’amministratore delegato Giorgio Furlani, con un ruolo attivo nelle operazioni sportive e commerciali.

 

QUANTI INTERROGATIVI
Ma cosa farà nello specifico? Sceglierà i giocatori sul mercato? Avrà voce in capitolo sul possibile esonero dell’allenatore? Si occuperà del progetto relativo allo stadio? Non è chiaro. Tutto questo, in fin dei conti, è l’emblema dell’enorme confusione che regna intorno all’ambiente Milan, fin dall’esonero di questa estate del direttore tecnico Paolo Maldini e del direttore sportivo Ricky Massara. Due figure importantissime nella cavalcata scudetto di due stagioni fa, mai realmente rimpiazzate, se non con la promozione del capo scout Geoffrey Moncada, il quale però non può avere lo stesso effetto sui giocatori.

La mossa di riportare a Milanello Ibra, almeno, fa felici i tifosi, entusiasti di riabbracciare un vecchio amico, leggenda tanto del Diavolo quanto del calcio, ma è difficile capire quanto possa realmente aiutare una squadra in clamorosa difficoltà, con il preoccupante sentore della fine di un ciclo, che ha regalato grandi gioie, prima di sgretolarsi su se stesso. Dopotutto, quello di questa prima parte di stagione rappresenta il peggior rendimento del Milan di Pioli (ovviamente a rischio esonero). Dopo 15 giornate i rossoneri hanno collezionato appena 29 punti, 4 in meno dello scorso anno, 6 in meno di due stagioni fa, quando alla fine fu scudetto, e addirittura 8 lunghezze in meno rispetto alla stagione 2020/21, conclusa con il secondo posto in classifica e il ritorno del Diavolo in Champions League.

PRESENTE COMPLESSO
La sensazione, però, è che quella del ritorno di Ibra possa essere, appunto, prevalentemente una mossa per tenere a bada i tifosi, sempre più delusi dai mediocri risultati di campo, e una scelta d’immagine, a maggior ragione in un momento di incertezza, con le voci di un possibile cambio di proprietà sempre più insistenti. E se il futuro è nebuloso, il presente è decisamente complicato, a partire dalla sfida di domani sera in casa del Newcastle, in cui il Milan si giocherà le ultime disperate carte per restare in Champions. Dovrà vincere e sperare in una sconfitta del Paris Saint-Germain sul campo del Borussia Dortmund, con la consolazione di ritrovare Rafa Leao, di nuovo a disposizione dopo la lesione muscolare accusata un mese fa. 

Un giocatore, il portoghese, diventato grande proprio sotto l’ala di Ibra, con cui un tempo condivideva il campo e che ora lo potrà osservare da vicino a Milanello. «Sono estremamente grato di unirmi sia a RedBird che ad Ac Milan in questi ruoli importanti e influenti. Non vedo l’ora di contribuire alle attività di investimento delle loro proprietà. Il mio amore per i rossoneri non avrà mai fine e l’opportunità di far parte del loro futuro in modo significativo è qualcosa che avrei solo potuto sognare», parola di Ibra.

 

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