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Vialli, il drammatico racconto del fratello: "Cosa disse prima di morire"

Luca Vialli

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“Luca era cosciente che la fine si avvicinava, l’attendeva con impazienza, voleva smettere di soffrire, di lottare. Non era da lui, ma la malattia era durata troppo”. Commenta così Giovanni ‘Nino’ Vialli, uno dei quattro fratelli di Luca, che racconta gli ultimi momenti dell’ex calciatore della Samp in un’intervista al Corriere della Sera. “Io, negli ultimi anni quando mi sono trasferito in Thailandia ho vissuto pochissimo Luca – racconta – Ci sentivamo per telefono. Spesso, dopo che ha scoperto la malattia, non mi rispondeva, a volte neanche ai messaggi, io credo per l'imbarazzo che gli chiedessi ‘Come stai?'. Si faceva sentire quando stava proprio bene, sennò si negava un pochino”.

Il fratello di Vialli: “Prima di morire ci ha detto che eravamo i compagni ideali”
Il rapporto tra i due è tornato solido quando la fine del fratello si avvicinava: "Mia moglie Nadia e io siamo stati ininterrottamente a Londra in quei giorni e ho avuto la soddisfazione di riscoprire un rapporto che comunque c’era — ha detto Nino Vialli — Un rapporto da fratello maggiore. Cosa mi ha detto? Era fatto alla sua maniera. Quando siamo arrivati in stanza, ci ha detto: ‘Non preoccupatevi: se voglio qualcosa, ve la chiedo'. Il 27-28 dicembre ci ha rincuorato: ‘Siete i compagni ideali, siete qui, io so che ci siete'. Penso che la sofferenza fosse troppa. Si appisolava sempre più frequentemente, si svegliava poco e noi abbiamo solo potuto stagli vicino. Eravamo tutti lì quando è spirato”.

Il fratello di Vialli: “Luca voleva primeggiare alle medie, spiritoso
Nino ha riavvolto il nastro dei ricordi ed è tornato al Luca bambino: "Era superiore alle medie — ha concluso — Ci teneva a primeggiare. Era il primo della classe. Era spiritoso, simpatico, estroverso, faceva le gag. Un aggettivo per descrivere mio fratello? Brillante. Dire spiritoso è limitativo, intelligente è limitativo. Brillante forse mette insieme tutta la sua personalità. E perfezionista".

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