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Gigi Riva, il retroscena: "Non ha dato il consenso per l'intervento"

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Rombo di Tuono ha smesso di combattere alle 19:30 del 22 gennaio. Gigi Riva, arrivato di notte in ospedale, è morto a causa di una complicanza cardiaca. Lascia un vuoto incolmabile nella storia del calcio italiano e nella sua terra adottiva, la Sardegna. Ma sulla sua morte emerge un retroscena straziante: avrebbe detto "no" ai medici che volevano operarlo sottoponendolo a una angioplastica. A rivelarlo a Repubblica è Raimondo Pinna, direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera di Cagliari: "La coronarografia ha evidenziato un quadro clinico severo. Dopo un consulto multicollegiale gli abbiamo prospettato un intervento di angioplastica. Ci ha pensato un po’ ma ha rifiutato. E senza il suo consenso ci siamo fermati. Gli ho prospettato l’angioplastica avvertendolo che, senza procedere, avrebbe rischiato il decesso. Lui, molto sereno, mi ha detto che preferiva pensarci e parlarne prima con i familiari. Gli ho chiesto se avesse tutto quel che gli serviva, mi ha ringraziato e l’ho salutato. Avremmo provato a convincerlo oggi", spiega, ma non c'è stato tempo.

Nel pomeriggio di ieri la sua compagna Gianna Tifanari ha dato il cambio in ospedale ai figli. Poi, intorno alle 17:50 un arresto cardiaco. Immedato l'intervento del personale medico che lo stava monitorando. "Era sotto controllo, monitorato, siamo intervenuti rapidamente. Le condizioni, in un quadro con una patologia molto severa, si sono aggravate. Siamo corsi in sala di Emodinamica mentre gli veniva praticato il massaggio cardiaco, le manovre rianimatorie ed eseguite in piena emergenza tutte le misure del caso", spiega Brunello Loi, primario del reparto.  Ma non c'è stato nulla da fare. 

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