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Stefano Pioli, uguale allo scudetto nonostante tutto: il Milan si interroga

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 Stefano Pioli

Claudio Savelli
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Il Milan ha gli stessi punti della stagione dello scudetto: 52 dopo 24 giornate ripartiti oggi come allora in 16 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte. Sono 47 i gol fatti e 27 quelli subiti in questa annata, erano 49 e 26 in quella. Differenze minime, insignificanti. Allora come si giudica questa stagione? Se quella era stellare, perché questa è insufficiente? Lo scudetto ha aumentato le aspettative e la stagione passata ha acuito l’insofferenza di gran parte del tifo nei confronti di Pioli, ma è anche da notare come quest’ultimo sia in grado di incassare e reagire. Quando ha trovato continuità di uomini è arrivata continuità di rendimento: siamo a nove risultati utili consecutivi in campionato di cui sette vittorie. L’ultima è agevolata da un Mazzarri che presenta un Napoli vuoto di idee e di concetti di calcio, come se fosse allenato con i metodi degli anni ’90. Questa squadra va avanti per inerzia ed è da rifondare.

A Napoli un ciclo è stato bruciato sul nascere, nel Milan invece Pioli sta lottando per tenerlo aperto. Seppur in ritardo, ha capito che serviva solo fare ordine. Basta cervellotiche mosse tattiche, giocatori che si spostavano senza un perché, ma un ritorno a ciò che conosce meglio: 4-2-3-1 elastico e verticale. Con quello ha sempre giocato, con quello ha vinto uno scudetto, con quello riesce a ottenere di più. Era sbagliata l’idea estiva di trasformare il Milan in una formazione di controllo acquistando però giocatori di transizione. Pioli ha raccontato una bugia a se stesso e per mezza stagione è rimasto incastrato in questa contraddizione, incapace di ammettere il proprio errore e di tornare indietro alle care vecchie abitudini. Quando lo ha fatto, ha ricominciato a vincere. Leao non tirerà in porta ma si isola sulla linea laterale come due anni fa e manda nello spazio Theo: a Udine due gol così, al Napoli un altro.

 

 



Il fatto che questo Milan viaggi alla stessa velocità di quello dello scudetto deve rappresentare un rammarico. Bastava poco per completare questa squadra e portarla sopra la Juventus e più vicino all’Inter. Sono stati commessi errori gravi e dilettanteschi nella costruzione della rosa, in cui ci sono falle evidenti come un centrocampista di governo ed equilibrio, un centrale e un terzino destro di spessore. Bastavano tre titolari in questi ruoli per avere una squadra completa, forte, da scudetto. Se ne è reso conto in ritardo Pioli e ora sta provando a rimediare perché nel frattempo se ne sono resi conto molti allenatori che vorrebbero fargli le scarpe in estate.

 

 

 

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