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Inter-stellar, le cifre da urlo della squadra di Simone Inzaghi: ecco spiegato il dominio

Claudio Savelli
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La forza dell’Inter è il totale disinteresse ai numeri che sta producendo. Chiunque parli, da mister Inzaghi a capitan Lautaro, sorvola su quanto fatto e si sofferma su quanto ancora ci sia da fare per raggiungere lo scudetto con annessa seconda stella. Questa è, in estrema sintesi, una mentalità vincente. Far parlare di sé anziché parlare di sé. I numeri li usiamo noi perché, come accade raramente, quelli prodotti dall’Inter sono perlopiù di campo, di gioco. In qualche modo riescono a raccontare le cause del dominio nerazzurri piuttosto che le conseguenze, come di solito accade ai primati, anche a quelli parziali.

Che questa squadra vinca giocando a pallone sempre, comunque e ovunque non è una leggenda o un’impressione ma la verità, se si osserva il rendimento in trasferta. Lontano dal Meazza, l’Inter non ha mai perso in stagione, segna da 20 gare consecutive e ha trovato 16 vittorie dal 2023 a oggi in serie A (meglio solo il City in Premier). In campo si trova a meraviglia al punto da far sparire il contorno. E non essere dipendenti da un pubblico così in simbiosi come quello nerazzurro non è cosa da poco. L’Inter è uguale in casa e in trasferta e nell’arco di ogni partita.
Una monotonia mai monotona.

L’equilibrio tattico è dimostrato dal miglior attacco del campionato (63 reti) abbinato alla miglior difesa (12) e, di conseguenza, dalla differenza reti di +51 che è superiore al mero numero di gol segnati dalle altre squadre di serie A.

 

STAGIONE DA RECORD
Il record di gol subiti è di 20 delle Juventus di Conte e Allegri e l’Inter è in linea per batterlo: se nelle 13 gare che deve disputare manterrà la media attuale di 0,48 finirà a 18 o 19. L’Inter arriva a questo livello di impermeabilità senza aver praticamente mai difeso la propria porta ma attaccando o governando il pallone lontano da essa.

Trovare lunghi tratti di partita in sofferenza è impossibile, trovarne di brevi è una sfida: qualcuno ne ha memoria? Sono già 16 le gare a porta inviolata in campionato e 22 totali in stagione in 35 match: nessuno meglio nei top-5 campionati europei. L’Inter non è più pazza anche perché mette al sicuro i risultati prima dei finali di gara: solo sei volte in campionato ha vinto con un gol di scarto, di cui una contro il Verona nei minuti di recupero, mentre per 15 volte ha chiuso con almeno due reti di margine. E sono addirittura sette le gare vinte con quattro o più reti di margine in stagione. Sette, di cui tre consecutive (le ultime contro Roma, Salernitana e Lecce: era accaduto nel 1972 e nel 1947): il Napoli spallettiano giustamente osannato lo scorso anno arrivò a 4.

La media punti in campionato è di 2,64, vicina al 2,68 della Juventus 2013/14 record di punti (102) in serie A. Ma, come detto, all’Inter questo record interessa zero perché è una conseguenza, non una causa. Come a Inzaghi importa poco aver raggiunto le 10 vittorie consecutive per la prima volta da quando allenai nerazzurri. Forse è più interessante annotare i già famosi 38’ in cui l’Inter è rimasta in svantaggio in campionato finora (27’ contro il Sassuolo, 6’ contro la Juventus, 5’ contro la Roma) perché raccontano la mentalità della squadra. 

 

Una squadra capace di 1) approcciare sempre nel modo giusto, cercando di andare in vantaggio, 2) mantenere alta l’intensità e la concentrazione anche dopo aver raggiunto il vantaggio, senza mai addormentare la gara fino ad appisolarsi, 3) reagire nelle poche volte in cui deve rimontare, anche se è una rarità. Tutto questo servirà come il pane nelle prossime tre settimane, decisive per non rendere carta straccia tutti i record di cui sopra. Un mini-ciclo che comincia con il recupero contro l’Atalanta (domani alle 20.45, diretta Dazn) e finirà con il Napoli (17 marzo) prima della sosta per le Nazionali, passando da Genoa e Bologna con cui all’andata l’Inter ha pareggiato e dal ritorno degli ottavi di Champions contro l’Atletico. Per quella data saranno tutti a disposizione ma per le prossime due gare Inzaghi dovrà fare a meno di Calhanoglu (leggero risentimento all’adduttore, 10 giorni di stop), Thuram e Acerbi. Nessun dramma perché le "riserve" quali Asllani, Sanchez e Arnautovic (ballottaggio per affiancare il Lautaro da 101 gol in A) e De Vrij stanno rispondendo presente, e questo al momento è forse l’unico record che conta: chiunque giochi nell’Inter, gioca da Inter.

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