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Ferrari in pieno stile Gattopardo: ecco perché non è cambiato niente, il retroscena

Leonardo Iannacci
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Quando Giuseppe Tomasi di Lampedusa scrisse Il Gattopardo, capolavoro nel quale sanciva il principio secondo cui «Se si vuole che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi», non avrebbe mai potuto pensare che un giorno quel principio si potesse adattare alla Formula 1 degli ultimi anni dove le grandi dittature della Mercedes (sette mondiali di seguito) e quella attuale della Red Bull (tre volte iridato Verstappen), stanno marmorizzando il Circus. Ieri sera, tra le dune del deserto del Barhain e sotto i riflettori di un gran premio corso sotto le stelle per esigenze televisive e, quindi, puramente economiche, Super Max ha suonato la solita litania: è partito in pole position, ha condotto dall’inizio alla fine e ha scolpito nel marmo della Formula 1 la sua 55esima vittoria.

Nulla è cambiato, quindi, rispetto al 2023. La RB20 tutta rivoluzionata da Adrian Newey va come un razzo, e la riprova viene dal secondo posto di Sancho Panza Perez. N Mapurtroppo poco è cambiato anche per le Ferrari. A un primo esame serio, il terzo posto di un convincente (e per nulla futuro ex) Carlos Sainz può anche essere visto come un segno beneaugurale perla stagione che si dipanerà su altre 29 appuntamenti 23 gran premi e 6 gare Sprint. Leclerc, invece, è rimasto fuori dal podio per una serie di concause che non sap piamo se essere solo colpa della macchina o delle famigerate strategia al box. Charles è stato- dice lui- rallentato da una frenata molto sbilanciata all’inizio, forse per un problema a una delle gomme soft montate in avvio, visto che una volta cambiate le coperture (è passato alle hard) le cose sono andate decisamente meglio. A tal punto che ha approfittato di un liscio di Russell altrimenti sarebbe giunto quinto.

 

 

Il problema è un altro: i distacchi rimediati dalla Red Bull di Verstappen. Sainz ha limitato leggermente i danni tagliando il traguardo a 25 secondi da SuperMax, quindi beccando 4 decimi a giro. Leclerc a quasi 40 secondi, un’enormità. «Sono molto deluso. Ho bloccato le gomme sette volte in curva 9 e 10, e ogni voltai freni facevano qualcosa di diverso. Ho dovuto girare fino a fine gara con il brake balance e l’engine braking in posti completamente sbagliati», ha detto il monegasco alla fine. «È stato orribile, la macchina andava tutta a destra quando frenavo e questo è molto pericoloso. Con problemi simili hai l’impressione di guidare male qualunque cosa tu faccia». La realtà è che la SF -24, strombazzata come una «monoposto migliorata e più performante rispetto alla SF -23, affinata nelle problematiche dello scorso anno, ovvero l’usura delle gomme e un’aerodinamica deficitaria», non ha fatto quei passi da gigante che a Maranello si aspettavano e ha denotato guai tecnici importanti. Unica consolazione: in Barhain è stata la prima dei secondi visto che Mercedes, McLaren e Aston Martin sono arrivate dietro. Il Team Manager Fred Vasseur deve per forza fare l’ottimista: «Un buon risultato ma ci aspettavamo di meglio». Sorridente, invece, Carlitos Sainz: «Un buon inizio abbiamo tenuto il passo delle Red Bull». Se lo dice il futuro ex di turno...

 

 

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