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Filippo Maniero, che fine ha fatto il bomber: "Non ho un lavoro, ecco come campo"

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"Non ho un lavoro vero e proprio perché sono riuscito a gestire bene i miei guadagni". Filippo Maniero, storico bomber del Venezia e, più in generale, della provincia italiana, si gode la vita dopo gli anni a suon di gol fra Serie A e Serie B. Intervistato da Fanpage, l'ex numero 9 ha raccontato la sua seconda giovinezza fuori dal campo, guardando però anche ai migliori ricordi nel rettangolo verde. "Ho il patentino di allenatore di base, ho allenato per una decina d’anni in categorie dilettantistische e ora sono un paio d’anni che sono fermo. Vivo alla giornata, mi godo la mia famiglia. Ho sempre rispettato gli insegnamenti dei miei genitori e non ho mai fatto il passo più lungo della gamba".

Una vita tranquilla, sempre nel segno dei sacrifici e degli insegnamenti ricevuti dai suoi maestri. I genitori, come i compagni di squadra. "Ho sempre lavorato tanto per mettermi a disposizione della squadra per cui ho giocato. Ho vissuto spogliatoi con tanti campioni diversi e ognuno di loro ho rubato qualcosa che mi è servita nella mia carriera. Ringrazio sempre Dio per avermi fatto fare questa carriera e alcuni insegnamenti del campo nella vita tornano, non c’è nulla da fare".

 

 

Il meglio di sé lo ha dato senza dubbio a Venezia, dove è diventato un simbolo del club: "Insieme a Padova le esperienze più belle della mia vita calcistica. Tanti anni tra Serie A e B con molti gol e ancora adesso sono il capocannoniere della storia del club. Lottavamo sempre per non retrocedere ma son stati anni davvero indimenticabili". Indimenticabile la coppia d'attacco Maniero-Recoba: "Ci fu feeling da subito. Non ci conoscevamo ma sin dai primi allenamenti sembrava che fossimo insieme da anni. Bastava uno sguardo e la palla arrivava perfetta. Non so spiegarti il motivo ma era così. So solo che da quando arrivò lui, io feci 12 gol e il Chino ne fece 11. Ogni domenica era un divertimento ed era bellissimo giocare con lui".

 

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