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Atalanta nel caos, "criminale terrorista": finisce a insulti tra Malinovsky e Miranchuk

G.L.
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Erano diventati il simbolo dello sport che unisce dove la guerra divide, i due campioni amici a dispetto dell’odio che separa i loro due popoli. I Giulietto e Romeo slavi invece si scopre oggiche si detestano, forse da sempre. Ruslan Malinovskyi, detto il Colonnello anche per il suo patriottismo ucraino, e Alexej Miranchuk, quando giocavano insieme nell’Atalanta avevano guadagnato un po’ di notorietà extracalcistica per la loro (presunta) amicizia, due campioni al di là degli steccati nazionalisti. Poi le loro strade si sono divise: Ruslan è andato a Marsiglia e poi al Genoa ma il suo talento straordinario fatica a esprimersi. L’altro, che sembrava uno Zavarov allampanato e denutrito, è invece esploso, dopo un annodi cura-Juric al Torino.

Ma l’antipatia tra i due mancini non dipende dal pallone. Ieri Malinovsky ha criticato duramente un post con cui il club bergamasco celebrava sui canali social il gol segnato da Miranchuk con la nazionale russa nell’amichevole contro la Serbia. Il Colonnello ha postato immagini del suo Paese in guerra, commentando: «Un buon contribuente del terrorismo russo. Ogni giorno per due anni». E ha concluso così: «Non ti ricorda niente? Forse Kharkiv? Champions League? M?». Un riferimento alla gara vinta dai bergamaschi contro lo Shakhtar Donetsk nello stadio di Kharkiv e che fruttò il passaggio del turno. Quella città oggi è costantemente sotto il fuoco russo.

L’Atalanta ha successivamente rimosso il post ma la moglie di Ruslan, Roksana, ha proseguito: «Per voi è solo calcio, per noi è la vita». Alla fine ha spiegato che quel post condiviso da Atalanta e Nazionale russa aveva dato la stura a commenti guerrafondai degli utenti putiniani della rete. La morale della storia: è la guerra che è più forte dello sport.

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