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Jannik Sinner, chi è il suo "torturatore": "Senza racchetta, come fargli una violenza"

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Jannik Sinner si è preso pure l’Atp di Miami e si è preso il terzo titolo di stagione dopo il primo Slam della carriera agli Australian Open e il successo nell’Atp 500 di Rotterdam. Merito anche di una grande condizione fisica, permessa dagli allenamenti del bolognese Umberto Ferrara, il preparatore atletico del 22enne altoatesino che si è raccontato a Repubblica, definendosi il suo “torturatore”, facendolo diventare più resistente. “La sua crescita muscolare è stata importante, ma non clamorosa, ha messo tre chili di muscoli, già un anno fa — sono le parole del dottore —. Per lui essere su un campo da tennis senza avere una racchetta in mano è come fargli una violenza”.

Nel suo allenamento, Sinner non ama la palestra, ma predilige gli esercizi misti con racchetta e palline proposti da Ferrari e approvati sia da Cahill sia da Vagnozzi. Il lavoro è stato impostato e oltre al lavoro sul campo, “c'è tanto lavoro sulla muscolatura con kettlebell, pesi, macchinari, elastici per gli esercizi per le spalle e Foam Roller — ha spiegato Ferrara —, oltre anche a un grande lavoro aerobico con tanta corsa su strada, e diverse sessioni al chiuso tra bike e tapis roulant. A lui piace giocare a tennis, meno il lavoro mio. Io sono l’antipatico del gruppo e sono tra virgolette il suo torturatore". 

 

Per quanto riguarda l’alimentazione, Jannik è amante della buona cucina. Pizza e sushi sono tra le sue passioni, ma il gelato è la cosa che ama di più: "I dolci sono un problema — sono le parole di Ferrara —. Lui è goloso, ed è un po' faticoso. Menomale che è magro come un chiodo. Non siamo integralisti, ogni tanto un gelato può starci. Il famoso sgarro ci sta e serve per gratificare il cervello, da cui parte tutto”. In passato Jannik ha anche sofferto d’insonnia, a inizio carriera, ma questo problema è stato risolto: "Lui si deve allenare da giocatore di tennis — ha concluso Ferrara —. Geneticamente è un atleta dotato. Poi è versatile e talentuoso: gioca benissimo a calcio ed è molto coordinato, nonostante l’altezza. Ci sono atleti che decidono di non giocare certi tornei perché hanno bisogno di recuperare, e fondamentali sono: alimentazione, sonno. E strategie come la crioterapia, vasca del ghiaccio, massaggi, osteopatia. Un aspetto cui Jannik non aveva dato importanza, e che invece adesso riveste priorità".

 

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