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Jannik Sinner "portabandiera alle Olimpiadi": si scatena la gazzarra

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Jannik Sinner portabandiera ai Giochi olimpici di Parigi? È iniziato il tormentone. L’icona olimpica azzurra Klaus Dibiasi, tre volte oro dei tuffi e altoatesino come Jannik, ha proposto questa tesi, ma Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha portato un po’ d’ordine sul tema: “Il mondo dello sport apprezza che ci sia una regola non scritta che chi ha vinto un oro olimpico rappresenti il Paese — le sue parole —. Ma non sottovalutate e dimenticate che ci sono anche i portabandiera della cerimonia di chiusura”. 

Secondo Il Giornale, che ha scritto un pezzo sul tema nell’edizione di venerdì 5 aprile, questa soluzione non è da intraprendere: “Forse preda di un entusiasmo contagioso da Sinner mania, Dibiasi, il grande tuffatore ha però perso di vista quelli come lui — si legge —, cioè gli atleti olimpionici che proprio come lui lottano, soffrono, dedicano intere vite lontano dalla ribalta per arrivare alla consacrazione olimpica”. E da qui partono le domande: “Siamo sicuri che Sinner dopo l’Open d’Australia e il numero due o uno Atp meriterebbe di fare il portabandiera ai Giochi? Siamo sicuri che lo meriterebbe più di Marcell Jacobs, l’azzurro che tre anni fa a Tokyo ci regalò una gioia che mai nessun italiano avrebbe mai osato pensare di poter vivere? Siamo sicuri che meriterebbe più di Gianmarco Tamberi che il sogno olimpico vide spezzato a pochi giorni dai Giochi di Rio, andandosi a prendere l’oro del salto in alto cinque anni dopo? O che Jannik lo meriti più di Gregorio Paltrinieri con le sue vittorie olimpiche e mondiali e una costanza che dura da quasi quindici anni in uno degli sport più logoranti in assoluto?”.

 

Anche se Jannik Sinner “è uno splendido ragazzo, un atleta meraviglioso e un patrimonio nazionale”, andando avanti così “rischiamo di non adempiere al dovere collettivo principale quando si è alle prese con sportivi e campioni di valore assoluto come lui: quello, appunto, di proteggerli dalle troppe pressioni inutili, soprattutto se in salsa nazional popolare — si conclude —. Esaltarne ogni respiro, locuzione, frase, pensiero come avvenuto ultimamente può sembrare, anzi è, eccessivo, anche se certe sue riflessioni restano profonde e inaspettate tanto più se a pronunciarle è un giovane della sua età. Applaudirlo per quel che dice però non gli crea extra pressioni. Discorso diverso se, da qui ai Giochi, con Monte Carlo, Internazionali d’Italia, Roland Garros e Wimbledon ancora da affrontare, senza contare il torneo a 5 cerchi, carichiamo addosso a Sinner anche il peso di un eventuale ruolo da portabandiera”.

 

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