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Cagliari? Claudio Ranieri, lo stesso miracolo 23 anni dopo: una strepitosa parabola

Federico Strumolo
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C’è un allenatore che non smette di costruire imprese. Si chiama Claudio Ranieri, ha 72 anni e questa volta è riuscito a salvare il Cagliari con una giornata d’anticipo. Decisivo il successo 0-2 in casa del Sassuolo nella domenica di serie A, che in un colpo solo manda in paradiso i sardi e all’inferno gli emiliani.

Una gara tesa, e non potrebbe essere altrimenti considerando la posta in palio, risolta dagli ospiti nella ripresa, prima con il primo gol in serie A di Matteo Prati, poi, nel recupero, con il calcio di rigore di Gianluca Lapadula. «L’ultima salvezza è sempre la più bella, fanno in fretta a dirti che sei bollito» racconta lo stesso Ranieri dopo l’impresa. «Il fatto strano è che la prima volta vincemmo 2-1 proprio il 19 maggio del 1991, in Emilia. Cagliari è casa mia, io l’ho detto fin dall’inizio, lotteremo ogni giorno. Sono contento di festeggiare davanti ai nostri tifosi» continua il tecnico, ricordando il suo passato in panchina al Cagliari, dal 1988 al 1991, in cui arrivò la doppia promozione dalla serie C alla serie A, con la salvezza, appunto, nel ‘91.

 

 

 

Per il Sassuolo, invece, significa prima retrocessione in serie B della sua storia, dopo undici anni in A ricchi di soddisfazioni, tra giovani lanciati nel grande calcio, da Gianluca Scamacca a Giacomo Raspadori, da Manuel Locatelli a Davide Frattesi, e l’Europa conquistata, con l’Europa League disputata nella stagione 2016/17. Una retrocessione, per i neroverdi, giunta nonostante i 6 punti conquistati contro i campioni d’Italia dell’Inter (1-2 nell’andata di San Siro), la vittoria all’andata contro la Juventus (4-2) e il pareggio del ritorno contro il Milan (3-3). Considerando anche il pari dell’andata contro il Bologna (1-1), il Sassuolo ha conquistato ben 11 punti contro le prime quattro in classifica e solamente 18 punti contro tutte le altre. Un dato evidente, che racconta come la squadra prima di Alessio Dionisi e poi di Davide Ballardini (con una giornata, il recupero del ventunesimo turno, con la squadra affidata a Emiliano Bigica) abbia perso la serie A proprio contro le piccole (sicuramente ha pesato l’infortunio di Domenico Berardi, in campo solamente per 17 partite).

Dovranno ancora sudare per provare a salvarsi, invece, Udinese ed Empoli, protagoniste di un finale di partita clamoroso nello scontro diretto della Dacia Arena. Con il vantaggio degli ospiti proprio al 90’, grazie al calcio di rigore trasformato da Niang, e il pareggio dei padroni di casa con un altro penalty, addirittura al 104’, firmato da Lazar Samardzic. Un gol che rilancia i friulani e che rappresenta la marcatura più tardiva della storia della serie A. Il destino di Udinese ed Empoli sarà noto nell’ultima giornata, in cui i bianconeri - a +1 sull’Empoli terzultimo - affronteranno lo scontro diretto a Frosinone e i toscani giocheranno contro la Roma. Chi potrebbe, invece, festeggiare questa sera è il Verona, che conquisterebbe l’aritmetica salvezza in caso di vittoria sul campo della Salernitana già retrocessa (alle 18.30 su Dazn): i veneti sono attualmente a pari punti con l’Udinese.

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