Euro 2024, perché il grande mediano della Spagna merita il Pallone d'oro

di Claudio Savellilunedì 15 luglio 2024
Euro 2024, perché il grande mediano della Spagna merita il Pallone d'oro
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Se il Pallone d’Oro fosse una cosa buona e giusta finirebbe dritto tra le mani di Rodri. Gioca metà finale ma vince un Europeo da fuoriclasse della miglior squadra del torneo. Sì, anche se è un mediano, anche se Yamal e Nico Williams si sono presi il palcoscenico, il migliore è Rodri. Di lui si accorge chi guarda le partite senza seguire sempre e solo chi possiede il pallone. Trova Rodri al posto giusto nel momento giusto. Sempre.

Il calcio si gioca soprattutto quando non hai il pallone tra i piedi e questo metodista spagnolo sembra piovuto da un altro pianeta per ricordarcelo. Quando, verso la fine primo tempo, Rodri inizia a toccarsi il flessore e a far cenno alla panchina che probabilmente avrà bisogno del cambio, il ct De La Fuente gli chiede un attimo di pazienza. Ci sono ancora due minuti di recupero da giocare e possono essere utili per un test. Un allenatore che capisce di calcio e che ha costruito la miglior Nazionale del pianeta per qualità del gioco le prova tutte prima di sostituire Rodri. Uscirà e la Spagna avrà meno equilibrio, soprattutto dopo il gol di Nico Williams. Rodri si nota quando non c’è. Capita solo ai fenomeni.

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L’importanza del pupillo di Guardiola nella Spagna - e quella di un metodista nel calcio contemporaneo - è evidenziata dall’ennesima prestazione solida di Rice nell’Inghilterra. Sono simili. Invisibili ma fondamentali, capaci di rinunciare alla gloria personale per farla avere alla squadra, a tutti. Prima che Yamal e Nico Williams e Bellingham e Palmer si prendessero il palcoscenico, emergevano i mediani con il loro lavoro oscuro, addirittura più oscuro rispetto a quello dei difensori che entrano in scivolata come Le Normand o recuperano di corsa come Walker. Se la partita è equilibrata e lottata fino alla fine, se il livello è alto, il merito è dei mediani che non sembrano fare nulla di speciale e invece provaci tu a intercettare un pallone, a direzionare il pressing, a pulire le azioni nel calcio intenso di oggi. La cosa più difficile nel giuoco è fare le cose semplici perché senza di esse nessun Yamal o Palmer potrebbe fare cose complesse. Dunque viva Rodri e pure Zubimendi che non fa rimpiangere il primo e gli consegna l’Europeo e forse, speriamo, anche il Pallone d’Oro.

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