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Jannik Sinner e il colpo "open stance": l'ultima ipotesi sul ritiro da Parigi 2024

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La brutta notizia è arrivata mercoledì pomeriggio: Jannik Sinner non sarà a Parigi, destando stupore e delusione tra gli appassionati di tennis che puntavano con lui a una medaglia. E non è l’unico dato che anche Rafa Nadal giovedì non si è allenato, Andy Murray ha rinunciato e giocherà solo il doppio prima di dire addio. Anche i giovani vacillano: Holger Rune e Elena Rybakina si sono ritirati dai Giochi per infortunio. Ma il malato più illustre è a casa a Montecarlo, tra antibiotici e terapia per le tonsille.

Giovedì Jannik ha chiamato Giovanni Malagò, deluso dalla sua rinuncia ma che ha apprezzato la sue parole di giustificazione. Proprio Jannik, su consiglio dei dottori, ha deciso di non volare a Parigi, nonostante la voglia di esserci. E intanto la stagione del tennis, 72 tornei (dagli Slam giù fino agli Atp 250, inclusa la Davis) per 49 settimane all’anno nei cinque continenti, sta già mietendo le sue vittime. 

Jannik intanto dovrà lavorare sulla sua fragilità, ha un fisico ancora gracile e troppo sofferente, dopo aver avuto 38 di febbre martedì. L’indurimento all’anca a Montecarlo, il crampo alla mano contro Alcaraz al Roland Garros si sono fatti sentire, specie se uno come lui che colpisce open stance (in posizione frontale rispetto alla rete) subisce ancora di più lo sforzo sulla terra battuta. Nonostante tutto ha provato a esserci ovunque: a Madrid (torneo che gli ha fatto saltare Roma) e al Roland Garros, per poi vincere a Halle e fermarsi ai quarti di Wimbledon, mostrando una condizione anche qui deficitaria.

 

E intanto si avvicina la parte di stagione in cui il suo trono è più attaccabile. I primi mille punti saranno da blindare a Montreal, dal 6 agosto. A Cincinnati difenderà i sedicesimi, a New York gli ottavi. Parlare della Coppa Davis è ancora troppo presto, ora Jannik punta solo a tornare al meglio, in questa fase di assestamento che tutti sperano sia passeggerà.

 

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